Pègaso - anno II - n. 8 - agosto 1930

«OHAOARITA J>, Si pronuncia ciacarita ed è il nome di un bel cimitero a Bueno<, Aires. Non è dunque un 1I1ome allegro, ma l'uomo a cui l'avevano affibbiato come nomignolo era un vecchio iITTcartapecorito e pareva proprio un morto che camminasse: magrissimo, l'oochio vitreo, le labbra violacee. Quando entrava nel caffè s'àveva l'impressione d'es– sere investiti da una corrente gelida ed era forse per una reazione naturale ed elementare, - la naturale reazione ,della vita alla morte, - che i giovanotti lo chiamavano ad! alta_ voce Chacaritn con una insolenza così spietafa : - Chacarita 1 cormote va ? - Adios . Chacwrita .... E lui zitto. Girava intorno lentamente gli occhi vitrei e si met– teva a sedere con movimenti burattineschi: sempre allo stesso po– sto, proprio in faccia all'orchestra di dame che era lassù sospesa, sulle nostre teste, dietro un parapetto a colo111nine di legno, a,vvolta nel nimbo di fumo delle nostre sigarette. Verso quel piccolo olimpo di· fanciulle solllatrici salivano gli sguardi concupiscenti e i sorrisi e i sospiri di tutti i frequentatori del caffè: una folla eter,oclita dove era facile distinguere gli hijos del pais, argentilili nerovestiti dai grandi occhi languidi e ferini, i polacchi col testone roma<lltico, i ·tedeschi dall'occipite rapatissimo e il ciuffetto biondiccio diviso sulla sommità del cranio, qualche in– glese dalla carnagione rosolata dopo un principio di lessatura e molti molti italiami che, come ognun sa, si riconosoo1110subito per italiani perché paiono tanti fratelli che non si somiglilllo. · Verso quella specie di enorme paniera piena zeppa di fanciulle salivano i desiderii 3/lllorosi di tutti quei ma.schi; e le fanciulle, ilil– vestite per ore e ore da quell'ondata calda e corrotta, sorridevano Ulll po' smarrite col sorriso fisso e astratto delle acrobate e delle bal- lerine. · Ma suonavamo coscienziosamente della buona musica: Grieg, Sibelius, Saint Saens e qualche insalatina operistica di Puccini e persino Wagner. Modestamente, ma con garbo, offrivarn::J la loro Macedonia musicale ai criollos e agli spaesati di trunti paesi del mondo. Perché dietro alla violinista-direttrice, una còrsa dalla froillte lapidlea e gli occhi stella1I1ti, dritta i,n una luncra veste un po' teatrale alla Isotta, si nascondeva rannicchiato un gi;vrune boemo BibliotecaGino Bianco .

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