Pègaso - anno II - n. 8 - agosto 1930

242 P. p; TROMPEo, Rilegature gianseniste nel suo giornale Gli amici d 1 Italia; rhe nel 1823 vi ~ubqlicò ~a ~enteoost~, e che antiromantico come si era manifestato scnvendogh, ricevette m rispo~ta dal Manzoni la celebre lettera Sul RomaAitioismo. E furono sempre abbondanti!ìsimi i segni della deferenza reciproca. Precisamente in questa lettera vi è un passo che potrebbe far domandare se il Trompeo non ha ecceduto nel sospettare che non fosse chiaramente antigiansenista quell'altra lettera, dell'8 settembre 1828, in cui il Manzoni, facendo la sua professione di_fede cattolica al Ce– sari, porre « tali e tante riserve che il Padre Cesari credo non ne. sar~bbe stato interamente soddisfatto>>. Difatti il Manzoni, cinque anm prima, del romanticismo dice incidentalmente al d'Azeglio lo stesso che più tardi dirà al -Cesari, ossia pone in succinto gli stessi confini a quella professione di fede, ma ha il tono di chi sa che anche un antigiansenista ardente come il d'Azeglio, deve convenir sulla giustezza di tali confini, tanto sono naturali. Dopo aver mostrato che ai romantici non si può fare un torto del non andar tutti <l'accordo, perché dove si è in molti l'accordo preciso non esiste mai, soggiunge: « V'è bene un ordine di cose, nel quale esiste una essenziale. ed im– mutabile concordia; ma, quest'ordine è unico; i suoi caratteri, le sue circost,anze sono incomunica.bili. Quest'ordine è la religione; essa dà una, scienza che l'intelletto non potrebbe scoprire da sé, una scienza, che l'uomo non può ricevere che per rivelazione, e per testimonianza: ora una sola rivelazione inchiùde una sola dottrina, e quindi produce una sola credenza. E anche in quest'ordine, la concordia delle menti non è comandata che dov 1 è sommamente ragionevole, cioè in qitei punti, nei quali la verità non si pitò sapere, ohe per la testimonianza di chi ne ha ricevuta la rivelaz·ione, cioè della Chiesa: non è comandata questa con– cordia, ohe al momento in cui l'unico test-irnonio ha parlato>>. Il d'Azeglio era poi segretario ed anima dell' « Amicizia Ca,ttolica » fondata da quel venerando Pio Brunone Lanteri, che in ordine alla, nostra materia, le avea dato il seguente criterio : « Il giansenismo è la strada aperta al calvinismo e poi all'incredulità. Alla novità del gianse– nismo opponiamo la dottrina di misericordia e l'esempio di Gesù>>. E questa associazione, allargatasi a tutt'Italia, accolse il criterio con tanto. zelo, da poter talvolta scoprire il giansenismo dove mancava non certo da lasciai'selo sfuggire dove ce ne fosse un'ombra. Come ~on inarcò dunque le ciglia davanti alla prima stesura delle Osservazioni sulla ~orale _c~t~olioa, ~ssia al libro dove pi~ oggi si vanno a pescare segni giansemstici? Ma si ha ben altro che un mdulgente silenzio di quell'asso– cia,zione. Ecco un documento di cui nessuno ha tenuto conto ,fin qui : le P?c~e parole. che figurano sul frontispizio dell'edizione romana (Pog– gioli, 1826) dicono: « stampate a spesa della società dell'Amicizia Cat– tolica, da distribuirsi gratis)). Il Trompeo, cosi acutamente libero, ha già in parte avvalorato col– l'ese~pio il suo giusto ammonimento sulla doverosa complessità di tali stuch. Né è uomo da fermarsi a mezzo nella felice strada intrapresa. FILIPPO 0RISPOLTI. BibliotecaGino Bianco

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