Pègaso - anno II - n. 7 - luglio 1930
44 M. Moretti daJlle altre dobbiamo saiperla a memoria nolll mooo d'una poesia. Allora noill restava che impairare a memoria la romarrrna del mae– .strino, :fischiettarla.. e ,carnticcbiarla e s~iupaccbiarla e ,s,ostitui,rla alle .a,rietrteche 1siripetono lllillgio il giorno seinza volerlo, fru;oodo le cose più futili, accendendo ullla .sigaretta, ,guardiandlo di ,sottecchi una dollilla, ed è oosì che diventa beJlla e indispoosrubile una musica, è .c,o,siche -ci piace e si p11opaga. Ah le romanze che iSOIIl oome la gralIIliginae mettorì imille ,raidJicinel cuo['e del popolo ! Avervotrov·ato alllch'io ò\lillamaledla IIllusioale che stringesse tutto il mio ouo 1re. La più bella, musioa che abbia. mai cullato i miei ,sogmi, laJsciatemi dJ.re, fu queJlla. Poi ci fu la serata d'onore del illlOOstrinooolll :la 1sinfon:i,adella Gazza ladra, p,oi ci fu la serata di Mimi COIIlun sopra,ppiù di romanze. M:i,mifu ooperta dii.fiori. La .sua girazia di cresibaina UIIl po' rrna1aticda parve soffoca,ta -da nem.b'idi 1petali ,di rosa, e a SIOOilto a ,steinto poté farsi largo fra l 1a cortese villrunia dei tralci d'.edera, ché nellle ,nostre i111tenzioni d'allora no111 c'era come l'edem ohe sosti– tuisse l'alloro. Ottenuto cosi il baittesimo a.rtistioo, ella s:piocava il volo ver,so, 1a glorlia. Io capivo- benissimo ora l'avvedutezza dei _ debutti o -battesimi jn cui la ,grandle a.rtista di domallli si fa verisa,re il sale deill'a,rte da ;povera g,ernteignoiramte. , 'Mimi partiva, •Mimi ci lasciava. E io lllOn l'•avevo amata abba– stanza! Era mia, l' avev,o tutto il giorno a portata di maino, avrei potuto darle del tu, era sotto il mio tetto, quasi le do,rmivo aiecanto, forse avrei ipotuto baciarla, ,ed eooo un bel ,gi.omo le aivevo vo~tato le spalle. Dopo essere stato il suo poetino, il suo .pr 1 otettbre, l'avevo lasciata in aisso per via del libretto. Sissigm.ori. Bisogmiava :fimi,re il lihretto. Ahim~, ahirrn.è! Avevo lavorato per iacco111tentaTe il maest['O, ma a,nche per ru::conte1I1tare la 1pio0ola,artista di cainto che il •JTuaJestro voleva tenerselo l::lnorno.E quasi senza a,ceo,rgermerne, qua!'li senza sa,perlo, aivevo liasciruto vuoto iù ;ipio posto oocam.to 1alla donna; il po.sto ,Viuoto·accamto a ullla dolllna che v1e lll1subito O C!Cupatoda Uiil altiro. Mimi e ma,e,stril!1onon s'erano già intesi in casa mia? No111 s'eramo già baciati nel mio ,giardino? Non 1s'era1110 sbarazzati d'i me COIIl questa, bella scusa del li'bl•etto,? E lui, il an1aiest:rim.o, non aveva forse bazzforuto liherameinte p~r casa ,per via del libretto ? Bravo :figl:i,uolo,bravo .poeti1110 ! B:Lsognava airuta.re ianche ill m.aiestro di musioa dal lQmillloso 1 avv,e1I1ir,e. Buon J ,a,voro,n eh, buo1I1 lavoro! Come poteva accorgersi di tanta perfidia un cuore oosi vergine e p,ui110?Come oredere che il maestrililo ,sarebbe iparti;to con ullla copia di lusso ,del mio libretto d'opera, una copia quaisi stampata (« la, ooena è il!1 .un 1paesetto di pescatmi del rmedio A:d:riaitico», « il vdrrgolato si omette iper brevità», «,P['Olprietà del['editò,re Ricordi», « pri111ted in Italy )).... e si potrebbe segujfare: « oo,pyri,ght by M. M. )), BibliotecaGino Bianco
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