Pègaso - anno II - n. 7 - luglio 1930

14 M. Bonfàntini· altre no111 i111degme annotazioni, in quelle ,sommarie pagine) a Ulll problema deilla « gooesi >>del Decarnerone. E l'•argomeinto si pre– . soo.tò lusinghiero a molti moderni .filologi, che vi ,a,ggiu,rnsero_ il famoso episodio delle Questiolili d'amore, nel quinto libro, del Filo– colo, e tenlilero risolta l,a,questio111e. Risaputo i111fattil'espediente medievale di ordinare alla meglio ll!Ilaracc,o[ta di novelle, dandole a raccontare a perso1I1aggiche aves– sero tra 1oro anche .soltrun.toun esilissimo legame o un occasio111aJle ritrovo e conosciuta d'altra parte l'usanza fram.cese delle cc que- ' . . stioni d'amore)), vioo troppo facile pensare che 11 Boccacc10, sovrapponendo gli elemooti, tentrun.do la prima ·v,olta nel libro quinto del Filocolo, e rifacoodio più larg-amente la prova 111ell' Ameto, sia · giunto di neces-sità, ooll'aiuto del ,suo naturale buo111gusto, alla sapientissima costruzione della cc ornice·>>del Decamerone. Arg6mentazione rigoro-sa e in parte giusta, ma superficiale, che presentava un grande pericolo•. Accettarnfola infatti oosi la,rga– mente, la oornice del Decamerone -si presenta c,ome un puro espe– diente retorioo, raffin!3'tO ed J elegam.te :finJhé si vuole, ma l)Ur sempll'e sta,c,cato dal ,nucleo vitale del libro, o illumilil,ato appena di rifles,so da quel gran fu.ooodi fantasia che arde profondo nell'opera : e tutto quel libro, cosi unito e rurmonios•amente vitale, si dovrà al1ora oon-. sidera.r forza1Jaimen,tecome una semplice seirie di novelle, da godere e ,studiare al tutto fuori dlell'ordine loro, una per una. Non solo, ma tal ,sc,issione, relegamdo i[ di•segno dell'opera nei campi della re– torica, viooe a isolare -00,sìsempre dà. p,iù il Dècamerone d,a,ll 'run.ii.ma dell'autore, ·a far qua,si impossibile la ricerca dei segreti legami del capolavoro con le altre 0ipeire che Ilo precedettel'o (come quello or ora notato, nell' Ameto) e con tutta la persona morale del Boc– cacc,io. Il buon gusto e i[ buon ,senso dici miglioni ,si saa-,ebbecerto ribel– la,to a ded'uzioni -0osi espHcitamente dichia.rate, ma in fondo tutti o qu8Jsi gli ,studiosi del Boooaccio ne accetta.rono ,pur la vizi,osa pre– messa, e ne mo,stram.Je oonseguenze in certè oscillaziolili di giudi– mo, oontraddizi,oni e anche errori. Il Lipparini, l'ultimo dei oritici boc,oocceschi di tradizione storioo-filo1l0gica, comddera la cc cornioe >> puro elemetntò o:t>nainentale, di in,quadratur&, ~ anzi (agghmse dli reoeinte), di gusto prettamente medievale. Lo stesso Hauvette era venuto •a dire che cc Boocace ne p,arait ,pa,s avoir tiré de •son cadre tout le parti ,qu'il au:riait pu >> ; che i noveHatori -sono cc ,peu vivfuilts >> tl'op,po in,0olori e impoosonali, e le 1)alla1Je rpo0Oappropri~te : sicché 1a oornice tutt'assieme riesce di •assai debole effetto, e ccio~t l'at– t:fait du Décameron réside en réaJité daJl1Js les nouveliles >> ! Il Momigli~~o (in _quel suo commento anoor recente) ..vide da pl'esso la ver1ta. Egh scarta semi altro l'ingenua accusa del– l'Hauvette, ché le figure dei novelllatori, e p!i.ùaincora delle novel- BibliotecaGino Bianco I I

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