Pègaso - anno II - n. 7 - luglio 1930

8 U. Fra.ooh-ia, Noi a dire il vero non ne abbiamo fatto la prova, ma, lasciati vilmeinte i 1I1ostricap~elli a gia,cere fra le colllchiglie che fingono sotto i divani immondi v~hsi,ci siamo ritrovati, non .si ,sa come, scoc– cata da poco la mezzanotte, ,a passeggiare, inoi soli, avanti e indietro lungo la Ca1I1nebière, « célèbre· artère marseillaise, en rpleilllcoeu_r de la ville le rendez-vous des étrangers, où l'on trouve les étabhsse- ' d . ments les mieux achalandés >>- Do'Vevamo essere a un pezzo m co- testo cuore di Mar.siglia, poiché, lungi dal sognare mirabolanti gesta di tritoni, dl .baJ1diti e di marinai, noi -andavamo ragionando paca– tamente del .piccolo buon mercato, e dell',op.portunità di dedicarci al commerdo delle cravaitte oolllla molla, dei colletti di celluloide e dei salvatacchi di gomma, òi cui le vetrine dei gram.di magazzillli ci mostravano il più ricco e vario assortimento. Il Capit ano am.zi mi con:fi,dòdi non voler lasciare Marsiglia senza aver fatto ac quisto d i alcune dozzine di a-biti confezionati in ,serie, assereindo con convilll– ziollle che la vera elegwnza fuor di M~rsiglia non si conosce, e no111 può costare più di trecento franchi. Era- risoluto ad aspettare l'alba per ,questo, seduto sotto i platami che· ombreggiano l'ultimo tratto della grande strada. A stento riuscii a dissuaderlo dal mandare a,d effetto il .suo ,disegno, e così potemmo tomarcene a bordo sani e salvi, senza correr quest'ultima avventura straordilllaria <<desarti– cles de Marseille », 1I1ella quale avremmo Ìilllito sicuramente col perderci tutti e due. E ora addio, povera Napoli senza Vesuvio, senza Pfodigrotta né Posillooo, senza pommarola né puti.pù , e con troppo pochi e .snatu– rati lllapoletani. Ti gua,rdiamo .sfuma re all'orizzo111te, capital~ di tutti -i piccoli borghesi di provincia, giallognola all'ombra della ·Bon111e-,Mère, che ti sta sopra come una chioccia; e preghiamo la Madonna del Mare che, se u111a tempesta- deve coglierci, ci colga lon– tano di qui, affinché 111oi possiamo appenderle, per lo scampato pe– ricolo, un ex-voto ilil un santuario meno hrutto di quello che con il suo campanile allontama i fulmini dal tuo cielo. · I DELFINI. Il burrascoso golfo _del Leone ,è. più t~wnquillo di un la°'o e le barche ,dei pescatori, oon le vele abbiosciate o-alleo-giafilo inerti 'come t . d" h 11 · ' 0 0 app1, 1 sug ero su a ,sua lucida superficie. Già dtie v,olte il fischietto del capitam.-oha fatto acoorrere a prua gli uomini dell'equipa,o-o-io e ·1 t . d òb ' 1 nos romo, 1mpugnan o una, lunga asta di ferro terminante ilil un unc~no, si è pre~tamente calato, sull'ànoo:ra di tribordo, tutti gli altri oon le ma1I11 a _una,grossa fune, pronti •a issare. Ma i delfini, fatte due o tre capr10le sotto lo spro111e lllel·taiglio vivo e spumante dell'aoqua, ooche questa. volta si sono rituffati prima che il nostromo BibliotecaGino Bianco

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