Pègaso - anno II - n. 7 - luglio 1930

Fogli di Diario 5 fcmdlo delle loro picoole illlsenature, come taille di talpa nel sasso si scorgono torrette e casematte nascoste. La rada di Tolone s'apre sulla nostra dritta, aroo immenso offuscato sugli orli da un velo di brume. Ventuno e più colpi di coonone ci saJutaJno da quelle neb– bie lontame, sollevando trombe marine intorno a unò spettrale ber– sagHo. All'orizzonte vagano ombre di' gramdi navi, noiil ancora ap– parse e già dileguate ~ietro strisce di fumo che il poco vento tard'a a disciogliere. Questo mare ferrigno e pien d'agguati bagna le spolll'de della gentile Provenza. UNA NOTTE A MARSIGLIA. Quamdo ci siamo presentati noi dinanzi a Marsiglia, il picoolo e calcinoso Ohàteau di'If si è fatto da parte per lasciarci passare. « O'est lui qui a ins,piré le romam d'imagination U!}iversellement oonnu: Le Oomte de Montei-Oristo )). Il nostro pensiero corre i:n rapidlo volo alla gigantesca immagi:na,zione di Alessandro Dumas padre, inventore <;lelCastello d'If. Ci pilotava u,n omarilllo in cap– pello floscio e sopra;bito da passeggio, che avevamo ,pescato pooo prima ooo. la ·biscaglina dal bordo d'una barca a vapore. Sul molo del Nouveau Port, al quale ci andavamo accostamdo, ci aspettava una vociferante turba di scaricatori turchi e levamtiiili, fra cui me– soolati non pochi cicci e turiddi. Abbiamo filato i cavi dli .poppa e di prua, e così, dolcemente, ci siamo 001t1giuntialla terra. Inoominciava a imbrunire quoodo Ultlasgangherata automobile, alla quaJe 1t1ullam!lJilcaivaper essere una, :fisarmonica, attra-versato a ruzzoloni un esteso quartiere di fabbriche tetre e fangose, ci ha deposti con bu()IIle maniere sul celebre Quai des Belges. Eccoci presso il vecchio porto di Marsiglia, chiamato appunto Vieux Port, « l'endroit le plus pitt•oresque de la ville, d'un pittoresque illloui:: une animation ext ra,or dilllaire y régne toujours ; les barques des pécheurs ,voisinent I.es yachts de luxe et de plaisance qui s'y amar– rent ; les ecrivai!Ils de pa,ssaige à -Marseille ne manquent jamais de le décrire, et les photographes l'honorent oostammoot de leurs pri– ses de vues )). In quel piccolo retta.n·golo d'acque scure sonnecchia– vano infatti alcuni velieri. Ce n'eramo di biamchi e di oolorati. Parte avevamo le,vele rapprese intorno ai pennoni, e parte invece mostra– vano tutta nuda la loro alberatura. I più stavamo fermi sulle am– core, ma altri si dondlolavano mollemente al vento della sera. Di questi abbiamo acoompagnato a· lungo, canticchiaindo, il muover lento ed uguale, finché la nostalgia di Port'Ercole e di Civitavecchia IDOnci ha strappati di là C!>ill gli occhi gonfi di lacrime. In fondo aJ -porto u1D.a ,sagoma alta e nera, che tagliava in dùe l'orizzonte, staiva svaporrundo nell'ombra. Era Le Transbordeur, « qui barre ibliotecaGino Bianco

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