Pègaso - anno II - n. 7 - luglio 1930

FOGLI DI DIARIO. IMPORTANZA DEJL LEJGNO DI TEJK. Ieri sera, a buio, ci mettemmo in U!Ilalancia che) dopo aver at– traversato varie linee di 111avi all'àne-0ra, alcune illuminate, ma la maggior parte oscure del tutto, fìmalmente riconobbe la 111ostra111el mezzo d'm;w .specchio -d'acqua libera, e-on la prua all'uscita del porto. Nel posare il piede sopra ooperta., sentimmo il battito lento e placido delle macchine nei suoi fianchi. Il capitano non ·fece clle cambiarsi di berretto e, così c-om'era, se !Ileamdò di filato sul ponte. Là, 111ellacabi111adi comando, tr-ovai distesa sulla tavola una grainde carta piena di macchie saline e di raschiature. Il divario fra mare e terra non era segnato che d'a una linea sottile c-ome un ca– pello, tanto che a tutta prima scambia.i l'u111a cosa con l'altra. Ve– devo un co111tinente,di forma strana e sco!Il-osciuta,che invee-e non era altro che mare. Fu l'illusione di un millesimo di mi!Iluto se– condo, e tuttavia bastò perché io seintissi i:n quell'attimo la miste– riosa attrazione d(;'i mari inesplorati, delle terre senza 111ome. Altre linee rette e spezzate, pie-coli circoli e croci tracciate con la matita inllicavano sulla carta le rotte di precedenti viaggi, ma del nostro solo un brevissimo tratto. Una tabella, appesa alla parete, enume– rava i termi!Ili appropriati al diverso stato del .mare e del tempo. Una second'a tabella conténeva. fitte colonne di cifre. In u!Ila stec-ca tesa contro il soffitto, .si vedeva/Ilo molte altre carte arrotolate. Uin lettuccio basso, coperto da un telo di vela, correva contro l'opposta parete, alla quale era anche fissato U1I1 orologio. IIIl uno scaffaletto stavano allineati alcuni libri nautici. Quando fui ,stanoo di osservare queste oose e uscii sul .ponte, la IIlaveera ,già fuori del porto, e filava silenziosa. e tram.quilla sulla sua rotta. Alle 111ostre spalle, Genova appariva come giga!Iltesco cumolo di brace, sci111tillante attraverso un velo di fumo e ,di cenere. La forma della città era quella delle sue montagne, invisibili nelle te- 111ebre,ma interamente cosparse di miria-di di lumi. S'indovinava splendida e immensa. Accanto a me, il timoniere si scaldava le mani al focherello d~lla bussola. Era un vecchio con un lercio ber– retto di panno bigio ililca,po, e un logoro cappotto buttato attraverso 1. - Pègaso. iblioteca Gino Bianco

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