Pègaso - anno II - n. 7 - luglio 1930

Manoscritti inediti del Tommaseo 99 Il Tommaseg pensava di stendere per iscritto questo lavoro fin dal 1846, ma lo meditava da molti anni, come risulta da una lettera diretta al Vieusseux 1 ) in data 6 agosto 1850, dall'isola di Corfù, ove dice : « Ho scritto un discorso che voleva essere una semplice nota; ed è uscito un trattatello di pagine quasi cento.... Il lavoro è più storico che quello stampato nell'Archivio del Galvani, e accenna ad esso; e ne esamina le sentenze intorno ai metri latini; e sebbene l'assunto paia greco, è non meno ita.liano che greco. Prima che credere d'aver dette cose nuove, bisogna pensarci : io non me ne vanto, ma mi pare che del nuovo ci sia. Ed è frutto di più che trent'anni d'osservazioni, affet– tuose se non felici, intorno al numero ed allo stile. E lo stile è, quanto al numero, più accurato e più vario che negli altri poveri scritti miei. Se potete dargli luogo nell'Archivio, mi fate grazia». Ma il Tommaseo sembra non inviasse al Vieusseux quel suo lavoro, continuando a pen– sarci su, come soleva, ed il trattatello_ crebbe di mole, cosicché oggi consta di ben 375 pàgine in fogli di formato protocollo. Nel primo volume del Secondo esilio 2 ) riportò alcuni cen;ni sul con– cetto informativo di quest'opera, trascrivendoli, alla lettera, dalla prima pagina dell'Assunto, che incomincia cosi : « Questi non sono che ele– menti di maggior lavoro al qual compire, e i libri, e il tempo, e la vista, e il sapere mi mancano. Non mi pento d'aver dedic~te alcune ore dell'esilio a trattare di tale argom,ento, perché so che di sillabe e di lettere e di radici e di giunture di vocaboli e di strutture di versi, ragionarono poeti oratori filosofi governanti guerrieri e santi». L'opera S1tl Numero, quale ci ,è rimasta nel manoscritto originale e nella copia che trovansi fra le mie carte tommaseiane, appare, in ogni sua parte, compiuta. Essa si divide in quattordici capitoli dei quali diamo i titoli: I. Assunto. II. Elementi del verso poetico nell'Antico. III. Che il 'metro era naturale agli antichi. IV. Ragione e origine degli accenti. V. La pronunzia ed il canto. VI. Congettitre storiche. VII. I due metri prino,i,pali delle lingue europee. VIII. Canto, danza, azione. IX. Metri varii. X. Vantaggi del verso poetico. XI. L' AlessSJ,ndrino e il Martelliano. XII. Rima. XIII. Armonie intime. XIV. Tradizioni di me– tri. Note. Le appendici e le note al volume, riordinate da Girolamo Tomma– seo, sono assai copiose, eruditissime, e ricche di raffronti. Numeros;. i ·foglietti volanti, raccolti in buste, ove il Tommaseo, di propria mano, av-eva fermati pensieri, citazioni di cose lette, appunti diversi, e che costituiscono il materiale preparatorio a questo studio. Fra le opere tommaseiane questa mi sembra una delle più aeuta– mente pensate, e vi si rivela la scienza del filologo conoscitore perfetto della lingua e della poesia greca, illirica, latina e italiana; scienza il- 1) Questa lettera è ricordata e trascritta parzialmente dal PRuNAS, in Oarteg– gio (vol. III, p. 67, nota 3). Nello stesso volume del Oarteggi-0 il TOMMASEO parla del suo trattato SuJ, Nwmero più volte (vedi pp. 80-81, 100-101, 110-111, 122, 126, 135, 148, 153, 160, 184, 223). 2) n Secondo EsiUo, scritti di NICCOLÒ TOMMASEO concernenti le cose d'Italia e d'Eluropa dal 1849 in poi, MHano, per Francesco Sanvito, 1862, vol. I, p. 164. BibliotecaG'no Bianco

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