Pègaso - anno II - n. 6 - giugno 1930

Inverno di malato 721 Girolamo un'impressione di gr31Ilde oomodità; ogmi taJnto, egli si tirava indietro sul suo letto, si guardava :intomo, ascoltava COill piacere i rumori dall'estel'IIlo, come per esempio i sonag1li di certe slitte non_si capiva oone se m arrivo o in partenza, e avrebbe volluto noill ,aver fatto nulla e poter tornare ai passatempi mnocenti di una volta; ma il pallore, l'immobilità imbarazzata, l'espressiO[le d'attesa della bambina g1lifaceva,no capire l'assurdità di codeste nostalgie; e senza entusiasmo tornav,a alla sua impresa di seduttore. -Ma neil oorridoio, mentre l'austriaco lo traiscinava verso la sua stanza, gli venne una specie di fierezza per quello che aveva fatto ; ché difatti gli tornav,a in mente il Brambilla, e già immaginava di 11accontarg1lil'accaduto, di ridere insieme a lui dell'inill-0cenza della sua piccola aimica, di sentirsi insomma fì[lalmente uomo a fì3Jllcodi quell'uomo. Le guaince gli ardevamo; sicuro di essersi meritata tutta la stima del suo c-0mpagn-0di camera .si sentiva quasi felice, avrebbe v-0luto parlare all'infermiere, oppure :ùnterpellare -le cameriere che andavano da una stalilza alll'altra portando i vassoi delle cene. Venne tratt-0 da questo stato di ebbrezza, nell'ascensore, dalla voce del– l'infermiere il quale, come il solito, si era seduto in fo[ldo al letto : - E così, signor Girolamo, - incominciò l'austriaco, - ora le toccherà cambi,are compagmia. - Perché? - Ah già ... , forse lei illon lo sa ... , - spiegò l'infermiere, - il si- gmor p,rofessore ha visitato poco fa il signor Bra.mbilla e l'ha trovato guarito .... e cosi il sigmor Brambilla ci lascerà tra una ,settimana. Con un r-0nzio monot-0no l'ascensore -sa11iva. Immobile in fondo al ,suo letto il ragazzo guardava il viso rosso e stupido di J-0seph e rivolgeva in mente questi ·due poosieTi: ·«Il Brambilla è guarito ... , il Brambilla se ne va>>. Lnvidia non ne provava, ma piuttosto una vergogna acuta di aver fatto invano tutta quella sua opera di sedut– tore; capiva difatti che -0rmai -sarebbe stato stu])ido e inutille vruntarsi col oommesso viaggiatore dei suoi amori quasi infantili; il Brambilla era guarito, partiva, e illOnl'avrebbe neppure ascoltato; il Brambilla se ne a/Il.davaed egli resta.va in questa sua triste e meschina prigione, -tra gli altri malati, collle braccia ingombr,e di questa caittiva azione che ormai nooi serviva più a nulla. Intuiva inoltre d'essere stato il solo a prendere sul -serio il giuoco, a considerare la malattia e il s3Jllatorio come uno .stato illormale, mentre, COill ogni probabiJlità, il commesso non aveva mai cessato di ritenere la propria infermità, e tutto ,quello che ne derivava di conoscooze, abitudmi, stati d'ainimo e piaceri, che come cose transitorie e solt3Jllto per questo tollerabili. Al Brambilla [a sua oompagnia aippassionata aveva fatto comodo, ecco tutto ; ora se ne andav,a, lasciandolo nella sua malattia. e nella sua ridicola e abbietta buona fede. 46. - P~gaso. BibliotecaGino Bianco

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