Pègaso - anno II - n. 6 - giugno 1930
720 A. Moravia ,momento afferrò il braccio che la ragazzetta prima teneva piegato sopra la testa e se lo girò i1I1tomoal oollo, come ,per far capire alla sua piccola amica che era 1I1ecessariocontraccMnbiare in un modo qualsiasi queste sue tenerezze. ,Ma, ill braccio restò come egli l'aveva messo, illlerte e docile; e Girolamo scoraggiato ,stava già pensando di ri!Ilunziare defi:nitiv31llente ai suoi propositi di ,seduzione quando improvvisamente venne buss(l,tOdue volte alla porta. Rosso in volto, più •per lo sforzo che per l'eccitazione, più Ml– noia,to che pauroso, Girol,arrnosi tirò indietro. Ma il ,suo aspetto era certo molto più scomposto di ,quel che immagilllava, ché a,d Ull1 tratto, conrtro ogni previsione, vide la ragazzetta sorger dal letto, e con un gesto amorevole ed imperioso, passarg11i prima una m3,ll10sopra i capelli illl disordine e poi ravviargli· le coltri rovesciate. Ciò fatto, soddii.sfatta, eUa si distese daccapo, e 001I1 una placidità quasi ipo- crita, gridò allo sco111osciuto visitatore di entrare. · Era la posta. Ma quel gesto della ra,gazzetta era starto così spo1I1- t8,ll1eamente femminile e complice, che Girolrum.o si sentì ,a,d un tratto invaso da U1ll turbamento straordinario, quale !Ilon aveva mai provato. Subitaanoote [a sua piccola àmfoa cessò di ,sembrargli puerile. « La sa più lunga di ,me>>, egli pensò guard3,1I1dolaprendere dalla mano del post1no, oolla più grande calma, le lettere di quel gioroo; e l'uscio non si era ancora richiuso del tutto, che egli s'era già ributtato fuor delle ooltri e premeva com.le sue labbra quelle :i!m,mobHi della fanciulletma. L'atteggiam{"..nto della ragazzetta fu ,sempre lo stesso, ella !IlOnsi mosse né parlò neppure una ,sola volta e oonservò quella sua spaven– tata immobillità fimoall'ultimo momento. U!Ilpoc,o a causa di questa illlerzia della sua piccola amica, U1ll ,poco per~hé s'era aspettato molto di più, Girolamo non trovava molto sugo in questa sua oper•a di seduttore ;·se ne consolava però pensando che a,nche lui aveva final- · mente avuto questa esperiooza indispensabile e che ill1 tal ,modo 1I1on avrebbe ,più dovuto vergognarsi in presenza del Br,ambilla. Ma certe rapide chiaroveggeni;e, non tanto della quaJlità morale, qua1I1todella goffaggine e della scompostezza ,dei suoi atteggiamenti (gli avvoo1I1e, ,per esempio, ad un certo momento di sentir freddo ai reni e di accorgersi che a furia di sporgersi ,era uscito quasi del tutto fuori del proprio letto) gli facev-3.!no dubitare persino di quei va1I1taggiche il suo arrnor.proprio poteva trarre da urta tale esperienza e gli - davano piuttosto il senso di 1llil decadimwto 1I1el quale sarebb~ stato quasi, voluttuoso lasciar,si affondare del tutto. « Faccio degli atti perversi e assurdi)), era press'a ·poco il suo peillisiero, « ma t3,ll1to sono perduto ....; a oosa servirebbe d'unque trattellleruni ? )). La camera era oscura e ,silenziosa, i due letti gemelli vi facevano u1I1a groo a:n,a;cchia biamca; 1nell'ombra delle pareti si distinguevano confusamente varii oggetti, fiori, fotografie, vestiti, che davano a BibliotecaGino Biqnco
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy