Pègaso - anno II - n. 6 - giugno 1930

712 .4.. Moravia lagrime, gli succedeva di desiderare acutrumente 1e l,cintanissime e,a,. rezz.e materne, o per uno (li quei pentimenti che mostrano l'im.esi– stenza dei delitti di cui ci si poote, di chiedere a bassa voce perdiono a sua sorelila per tutte .quelle sue compiacenti viltà della giornata; poi, ,stanco, penetrava lentamente in quella specie di nera galleria sotterramea che era il suo soono di maiLato.Neppure ,però il sonno gli dav,a .pace, il suo letargo era popolato di sogni, ·gli pareva talvolta di piangere, di stare in ginocchi, di suppllicare il BrMI1Jbilladi per– donar.gli no!Ilsapeva ,quale misf.atto ; ma il Br8imbilla era implacabile e già lo spingeva riluttante e frenetico verso un IIIlisterioso su,p– plizi,o, e inutilmente egli prometteva di. essere docile, di ;piegarsi a qualsiasi bassezza, di essere obbediente, quando qualchecosa di cupo travolgeva !loro due e il sogno; nel cuor della notte egli si destava, tremava per tutto il corpo, aveva la fronte baglilata di sudore. Ma poi si acoorgeva che quel che l'aveva ,svegliato era la caduta pesante di un cumulo dì neve fresca dal tetto del sanatorio so;pra la terrazza . e boo presto tornava ad addormentarsi. _ Al principio di gennaio nevicò parecchi giorni di s,eguito; chiusi nella loro st3Jilza i due malati potevano vedere, llà di fuori, la neve cadere, formicolante e appena diagonale e così lenta che a guardarla con attenzione la vista finiva ,per ingannarsi e pareva che quel mo– notono turbi1I1ìopiuttosto che cadere, salisse dalla terra verso il cielo. Dietro questa cortina opaca, quei fantasmi grigi e costemati erano gli abeti d'eilla foresta vicinissima, il gran silenzio che giun– geva dall'esterno dava un'idea della fittezza e dell'estoosione della IIlevicata. Ma ,se ia neve per gli abitatori dei grandi alberghi giù _a valle era gioia,, ,spettacolo pittoresco, promessa di campi vergim.i per gli ,sci, per i maJla,tiera piuttosto quel che può essere u1I1amareg– giaita per i pescatori, un fatto noioso, un'illlterruzioine ,sgradita, nel .C8JSO partioolare un ritardo alla guarigione ; e nella stanza tutta in - , gombra dei due letti, dove la luce era accesa :find'al mattim.o e l'aria viziata della notte non se ne andava mai completamente, le ure pas.– sav,ano interminabiH. Il Brambilla, quando s'era •stancato di canzonare Girolamo, di solito OO'IllÌID.ciava a narrare. le sue avventure amorose. Nonostante incarnasse nell'aspet,to :fisico, coi suoi C8ipellibiondi, i ,suoi occhi ci– lestri e falsi, la sua faccia accesa, il perfetto tipo del commesso viag– giatoire, pure, per un'illusione più che oomune si riteneva un irresi– ,stibile seduttore. Per Giroiamo poco più che diciassettenne e di tali faccende del tutto ignorante, questo era un mondo oompletaimente nuovo; così non dubitava di nulla, er,a tutto orecchi, e se il oom– messo viaggia.tore gli avesse confidato di essere stato l'amante di una prim.cipessa, l'avrebbe senz'altro creduto. Del resto, OOIIl ogni proba– bilità, le s 1 torie deil Brambilla, almeno nel complesso erano vere ; BibtiotecaGino Bianco

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