Pègaso - anno II - n. 6 - giugno 1930

Edoardo'>Scarfoglio scrittore 691 all'alto il più forte, o il sentimento proprio, una soliltaria necessità di a~trazio111e, che trae ll'uomo fuori dalla folla. Nel primo caso, quasi ,sempre, si hanno gli onori del trionfo ; nel sooondo aissai spesso si è punjti d'infamia)). . Sdegnata la letteratura, l'unica porta per la quale poteva ein - trare nella vita aittiva, egli no:n si rimchiuse in un eremo. Così cOlille aveva so,gnato dell'arte, volle esser padrone deJlla vita. E qui co– mincia l'altro Scarfoglio, ora astuto, ora violento; lo Scarfoglio Cihealla fimeinornha altra norma che il suo volere, non sa aJltra bel– lezza, al t•ra 111orma che la forza. Visse e i111terpetròla vita di un tren– tenlll.io ilil funzio111e del proprio io) violentando uomini ed eventi. Ma n on era egli obbediente ad una cieca sensualità, né cedeva aid uin ottenebrarsi del suo vasto ingeg,no: aveva a suo modo una poesia da esprimere, edl era la sua vita a bo11dodella sua nave, la sua sete di viaggiare, la sua volontà di 0olonizzatore. Federico Nietzsche lllOIIl ebbe altro discepolo, 3Jl1Zi diremo che la parola di Zarathustra inon fu vissuta che da Edoa.rdo Soarfoglio, oon tanta compiutezza, senza dubbi, senm infingimooti, a viso 3iperito e, sopraJtutto, senz,a retorica. Appena oltrepassato il Libro di Don Ohisoiotte inoi vediamo ogni sua espre~siOIIl.e, - cultura e a,rgomen - tiazio111e, irolllia e famtasia, potere evocatore e sofisma, ~ mutata in mezzo d'azione e ogni azione tesa ad un unioo fine, sempre assil– lante, sempre urgente : evadere. NOIIl. indiugia che per rendere omag– gio a un forte. Per.sino nel Don Ohisoiotte ,noi possialllo cog1lierepiù che i segni, i cara.tteri di questo muta11si dello .stile letterario in arma di oombattimento. All'illlizfo di questo .studio ho detto che la prosa deUo Scarfoglio può apparir p,roliss a a un prim o, superficiale sgua,rdo. Ora la sua abbondainza, la ,sua, esu beram.za, idiciamoilo il suo intimo disordine o prepotere, ci appare di altra lnatura. Il critico fin dal principio por– tava i,n, sé i ciaratteri e i vizii dell'uomo. 'F.,ccoperché egli si muove a d1sagio nei lirrnirtidel libro preso in esame: ogni difetto, ogni plli'ti– oolaire IIlOIIl. è valutato .solo nel suo valore separabille, ma con ogni illaziolile ilil tutto quel che implica e, talvolita, oon tanta ampiezza ~he la div:agazione soverchia. Spesso egli prende spazio C01I1 lunghe tiraite satiriche, con lunghe descrizi0111i,spesso 00n rioordi sentimen– mli (le sue p agine sul D' An,nUIIlzio),che non son-osenza rpoesia e bel - lezza. Queste varfa.zi: oni o soperchierie dei suoi libri tradiscono già in quel tempo i l b isogno di ev3Jdere, di re~irar più a ltllllgo e i,n più lrurga atmosfera. Arnche prima, nei migliori artfooli d~l Fracassa, im. quello per esempio sulle poesie abruzzesi del De Oeoco, ,si era ab– bandonato a questa c.ritica ,divagartiva; dopo, nel Mattino; per ila Figlia di J orio e ,per Fra1ncesco P.aolo Tosti IIlOilvorrà trarre altro daille opere dl'arte che il pretesto fecondatore per lodare la Nrutura, la Forza, la pura bellezza deJle cose antiche e !llatumli. ibliotecaGino Bianco

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