Pègaso - anno II - n. 6 - giugno 1930
Edoardo 8catfoglio scrittore (389 elementi faJUtastici e favolosi. Quando il lettore vedrà che nel m re deil pessimismo sciarfogliesco llllla delle poche isole di entu– siai mo è, iappUIIlto,dedioa;ta al Qa ira) e che, a parte la predilefilone per la poesia celebratoria della [latura, non si rioonosce virtù e pe:rd'zfo[le che ad esso e al Villa Glori del Pa,scarella, sarà facille comp:i:,ender,e a che seg1110· la, passione civile influisse sul discerni– mento critioo dello S.carfoglio. Pareva a quei giovani ohe l'ItaJlia :non potesse ,perfezionarsi senza un'epopea, na.ziotnale. Certamente nel J../4brodi Don Chisciotte ondeggia, impreciso e iindistinto, un concetto Ulllitario di. arte costruita di verità itmana, ovvero di vita profondamente sperimentata, di realtà passata attra– verso la maicerazione del sem.timen<toindividuale. Il tempera.mento dell'autore non poteva consentirgli la chiara .scoperta di un tal punto fermo che avrebbe costituito per lui un reale fondamento lette– rario. Il suo .sta,to di'animo romamtioo, quel suo riguardar la vita oome un insieme ribollente di scorie, non gli 00111cedeva di imma– ginare arte che non fosse educativa. E non educativa i,n senso alta– mente spirituale, ma in mero senso utilitario. A questo, anche, tendeva ila critica di minuta erudizione della quale sovente si com– piaceva e della quale anch'egli talv-olta abusava per motivi polemici, no[l senza sentire, a tratti, gli eccessi ai quali .menava il :filologismo. I[lteressamte, a questo proposito, è il passo dedii.oato alle novelile dell'Imbr:iiani: 111ell'attività ,politico-letteraria d~l qua,le sono ricono– scibili rtalun,e delle :passioni scarfogliesche. Lo Scarfoglio, Ìillnanzi a, oerti ,goffidocumenti artistici dell'Imbria[li, che perseguiva anch'egli un ritorno dell'arte alla cultura e alle fonti Cllassiche, aocusava l'origine di quella esagera,zione pedantesca nel dispetto) 01ndel'Im– briami SM'ebbe stato 1 animato verso la sciatteria itniversale. La sua critica mirava a fLni troppo estrauei a.lll'arte perché potesse inten– dere che l'esagerazio[le delFimbriani era determÌillata da un difetto di umanità. ,Ma,il valore romamtioo del oOIIlcetto d'arte educatrice si scop,re molto più agev;olmente nella famosa polemica della morallità Ìillarte, a iproposito del dannunziano Intermezzo di rime. « Il Chiarini U-0[1 Ìilltese (dke lo Scarfoglio) che a proposito di quei versi la questione non era da porre nella moralità, poiché se all'artista si 111ega l'auto– Tità e il p,otere di trasformare o di sviluppare secondo gli Ìilltendi– menti ,su9i la mora,le umana, oome l'arte potrà avere una seria effi– cacia etica?>>. E più oltre: « La misura della moralità dell'arte n01n sta, dunque, [leJlla,maggiore o miinor pienezza della rappresentazione 0imorosa: sta i111 vece tutta nella maggiore o minor limpidezza del flusso erotioo che vi scorre pe.r entro!>>. La prima citazione ci dà la misura dell'individualismo dello Scar– foglio: egli intendeva la moralità come libera estrinsecazione deil potere e della- forza i[ldividuale, concetto di piena e autoritaria li- ibliotecaGino Bianco
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