Pègaso - anno II - n. 6 - giugno 1930

688 A. Consiglio gio 1neJ. quale si investi,va tutto il mondo lettera,rio, levare i ,piedi da questo mondJo per 1I1on tornarvi più, solll tUJtti segni di singolare oo– rruggio spirituale e, in un certo se1I1so,di aùto tenore etioo. Il ripie– gaimento avveniva in una illltimità piena di forza, in uh mollll.€1Il.to ohe potev·a sembrar di Yittoria. Il romainticismo per.solllale dello Scarfoglio derivava-, ,si, dal con– tra.sto tra l'ambfonte ciroostante e il ooncetto che egli S':i. faceva della vita, ma questo conoetto nolll era tratto solo..daHa mitologia rprutriot– tica, familiare ai giovani ca,rducciani: i saggi, gli eroi e i ,poeti del– l'Ellade e di Roma, i poeti e i guerrieri del RÌIIlasc:iJmento, gli eroi del Risorgilmreinto erano, sopratutto, imma,gini ooncrete della Forza, della Volo1I1tà,della Potenza. Egli non era pervenuto a un ideale di volollltà e di potenza attraverso vie culturali; nolll egli, certo, avrebbe scritto oome il .suo oompagno D'Annunzio, al comUIIle maestro, il Oaròlucci : Despota J andarrumo e comba.tterwrnosempre F,edeli al tuo cornandam,ento. Il suo ideale ,dell'azfone~restava ,più •sallla,moote umano e politico. Egli ,conservava il gusto delila realtà, dei fatti veri; vagheggiava una bruttaglia e una vittoria, meno letterarie for~se, ma certo più ooncr,ete. In piena cosciooza dli uomo e nolll per riflesso letterario egli viveva quella stagiollle di volontarismo maturata dal– l'esasperarsi dell'ideailismo germanioo. Ln quel torno di tempo, men– tre itl pensiero, o piuttosto il tolllo di Federico Nietzsche preparava opere"oOlille Le vergini deUe roco.e e l' Immoraliste) Edoardo Scar– foglio si proponew1 di farne Ulll'applicazione più se,ntimentale, umallla e ·polirtica., e mooo letteraria e dialettica. Questa ·sua v,olontà di valor,e, di potenza nazio1I1ale, sta alla base del Libro di Do,.n Ohi– sciotte. Egli nolll .respinge il mondo letterario itaJliano per. vagheg– giare, in sua vece, ·un mondo europeo illl modelli stram.ieri. La prima parte del suo libro s'intitol}a Terre barbariche ed è dedicrut•a ana decaidenza dei ,grrundi scrittori eur•opei: Hu:go, Zola, Da,udet. Zola! oolui che parve vera,mente rigenerare le ,sorti delle nuove generazioni. Lo Scado:g-lio .si ribella alile forme più spilllte dell rom011rnosperi:mentale, ,pur essoodo disposto •a far della ve rità il nocciolo illltimo di un'arte ideale. Il suo pensiero è, a, ,ques.to pulllto, colllfuso, ma cair;atteristibo: nell'ultiimo Zola egli s0opre una p repon– dera.nza dell'aimbiente .sulle persollle, u1I1 1 a rappresenrtazi-One oggettiva e impersonale preponderante sul valore umrruno. Ma uguaJlmente, il critico dedicherà in seguito molte e molte pagine al fa1s·o e basso rom1am.ticiSTI10, alla fantasia imprigi01I1ata in un retorico schema, e tempesterà in singolar modo 0ontro ff teatro del Gia0osa e, in ge– nemle, conitro tutto il teatro diel tempo ohe traieva ispirazione daJl tri. ,nomfo Dumas, Sa.rdou, Augier. Di volta in volta, secondo le occa– sfolllie la materia che esamina, propenderà per la verità o per Fwma– nità. Infatti, è a proposito del carduociano Qa ira ch'egli abbozz.a il cmìeietto d'nna poel"ia Ppica mat ,eri:a.ta di verità storica, illlvece che Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy