Pègaso - anno II - n. 6 - giugno 1930

Edoarclo Scarfoglio scrittore 685 dlell'Ottocento. Il maestro aveva releg·ato nella polemica spicciola i_suoi giudizi sullla letteratura co1I1tiemporanea,né i suoi discepoli a,vievano levato il volo dagli onesti ,a,pp,rodi·cinqueoonteschi. Era, dunque, Ulll wbto di ooraggi,o e, insieme, di lealtà letteraria quelil'oif– frire lillla interpretazione oomplessiva della letteratura vivente, aJl lume noo solo di Uillmetodo, ma di una mentalità.già formata e OO· rntt,e.ristiea. Critica tipicrumente rom3Jiltica e certa;mente errwta !Ilei suoi fon– drume.nti :fiJloso:fid.Trattamdo di Felice Romani, lo Scarfoglio afferma apoditticamerrte che la critica « non può, •senza che il giudizio suo .SIÌaaffatrto emp,irico, mutabile e subiettivo, esami:nar,e i fatti per se stessi, si111golarment•e )). Eg1li non intoode che la critioa erudita, frutta di larghi e minuziosi ra,ffronrti, esperta nel ricerc·are origini psicologiche e ailllbientali, espertissima 1nel soppesare il valore :filo- 1-ogiooe retorico di un'opera d'arte. In altri teTmÌllli, la critica dello Scarifoiglio tratta l'opera, d'arte oome oggi, sol,itia;mente,si tratta solo uno scritto di :filosofia o U111 documento storico. Egli n01nconcep,iva l'art,e come entità isolata e sintesi ,originale; Ìlll quell'ultimo torno di secolo, rifiutava Fr3Jiloosoo De Sanctis per ,attenersi al Carducci. Era questione, ad un tempo, dli temperamento e di ambiente: la men– talità idealist-a, illl effetti-, rappresentava il .superamento dei COlll· trasti in una fase di serenità e di paei:ficaziolllespiritualle nella quale solta1I1to era p,o,ssibile distinguere teorica;mente e praticamente tra le diverse attività dello spirito umano. Edoardo Scarfoglio, invece, vive-va un •personale e travagliatis– simo romalilticismo, in un'epoca, per giunta, che vedeva inscritta la cifra roma;ntica così-ncllFaspetto poi,;itivo che illl quello negativo dei suoi problemi. Nel clima ,di quel trentennio far della buma critioa 1-etteraria significava scrivere aJilche di politica, oome non pareva ·possibile scrivere -0.ipolitica, ,s,enza buorna,letteratura. Non ,sembri usato a raso l'appelJlativo RomaJiltico pel periodo im– mediatamente successivo all'Unità e per l'aspetto plausibilmente caotico dlella sua vita e della sua cultura. Le azioni e le Teazioni, gli affetti e le repulsioni contradittorie e tumultuose che, tra il Set– teèento e l'Ottocento, vedfamo travagliar la nascente coscienza na· zionale dei grallldi Stati, si risc ,ontra.no in Italia solo veriso la fine del secolo. Con questa differenza di ;portata e di natura, che quei movi– menti erano maltialtrove in ulila op,portuna ed universale maturaziorne deilla società; mentre da noi, la nostra unità si determinava d'a Ulll movimento prevalenitemente politioo, agitato p,iù nei oervelli degli illliellettuali che nell'runimo del popolo. I problemi che derivavano da questa insuffidernza eran tutti di coesi,one spirituale, e tra essi, primissimo, il rioonoscimento e il'affermazione di una tradizione 111'3!· zionaJe artistica e cultura.le. Le alte voci degli uomini illuovi rnoo po· tevano certo colmare il vuoto esistente tra il gra1I1desecolo itali3Jilo BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy