Pègaso - anno II - n. 6 - giugno 1930

680 A. Pala,zzeschi corso· :finché dopo l'ulltimo o·rido spirituale ,della :figlia la 001nduceva ' o . via in fretta per riiparare all'incidente che si ripeteva a orollog,eria, e quasi v,olendo celare aigli altri una vergogma goduta appieno; giac– ché nel movimento della corsa i bei capelli 1,e :rotolavano lungo m corpo come i1l:fiume che trabocC'a. · Veniva poi la suonatrice d'arpa. L'ingresso dell'arpa nel salotto era un avvenimento; il varo di un incr,ociatore non presenta minori aspetti dii solennità in un porto. Bisognava alzare la portiera, spo– sta,r seggiole, far 1argo per il viaggio che il bello strumento d'oro daJlla camera dei pa,droni dove era, ricoverato, doveva fare, fra lo stupore, per giungere al suo posto. La ma,dre della suo111atriceera per le furie e vi ,scodinzolava attonno ~ooza tregua. Entrava la fan– ciulla bia(Illcae leggera, ed abbracciando delicatamente il suo stru– mento, come un angelo incomiiildava a spamdere e sgocciolare ru– giade fresche e celestiali ;nell'aria già pesante dlel salotto. Dopo il buffet la serata diveniva via via meno ufficiale, il rumore cresceva, tutti si abbamdonavamo un poco allargandosi; le dollliile, serrate nelle pastoie del busto d~ molte ore, incominciavano a re– spirare ,più lungo divinoolandosi un poco, il portamento di tutti si ammorbidiva e si produceva1I10quelli delle seratine. Il signor Al– fredo in primissima linea; bisoginava insistere molto, più delle al– tre volte si capisce : perché cantare lui, povero dilettante, dopo tante celebrità ? Perché udire la sua voce inesperta, dopo v,oci provette nell'arte ? Ma cedeva alla :fine e si ilruscia.v,a strascicar,e . .Ah, sì, voi mi darete dei vostri baci la febbre e l'ardor, voi pallida cadrete fra le mie braccia aperte .... lil momeinto fatale precipitava; e come lo faceva sentire il bel- 1' Alfoedino già sicu:ro del fatto suo; si allungava, si allungava ada– giando tutto il ,suo essere col1e parole né imperiose né appas– sionate, ma divenute do1ci solamente; senza il minimo senso di fretta, .se le crogiuolava come caramelle nella bocca, poteva fare il suo -oomodo ormai, il « di più)) era assicurato. · fra le mie braccia aiperte .... e -sul mio cuor. A tal punto, un altro desidlerio si faceva stmda in quel consesso : sgranchire un po' 1,e gambe irrigidite IIlell'immobilità. Si imperua– vamo le datme per la quatdriglia, ed esse rispondendo a,d un inchililo molto riservato, colla destra prendevamo ,su la coda deJl vestito ed in:fi1'avanola sinistrarlilel brwccio del cavaliere am•dlandoa prender posto ID.elqurudro. Per questo nuovo cimento tutti ritrovavano la rigidità i,ndispem.sabile; le mani s'intrecciavano oon la delicatez,za dk:llledita che prendono l'acqua santa ,daJlla pila o per comunièar- Bibliotec·aGino Bianco

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