Pègaso - anno II - n. 6 - giugno 1930
Stampe dell'Ottocento: << Mi darete di più>> 679 raoooJto li, essa puntand!o via via oon l'occhialetto le persollle del– l'uditorio_ aveva tutta il'aria di cercar quella alla quale le sue parole si conferissero meglio. Tutti ridevano più o meno a cuor leggero del giuooo, e non si sapeva ,se ridessero propria;mente dell'attrice o della do1I1111a, o della ,situazione. Entrava a ringraziare dopo mito, inchi– nrundosi felice, e anche il marito ringrazia.va , beato del trionfo. Le spettatrici più ·timide e nascoste si ,guardavano negli occhi o si dice– varno alJl'moochio qualche parola: « lei se la sentirebbe d'amdar là in mezzo a far quel disoorso? )). L'altra levaJndo lo sgua11doal cielo rispoindeva : « mio Dio, meglio morire)). Una bella ragazza bionda, dl'una belJlezza urn po' a;ppassita e tri– ste, norn di quella tristezza vemice ch'era il frutto delila stagioille, cantava 00111 buona v-ocee di scuola romamze caste e pure : 1preghiere, ave marie, il libro ,santo, sospiri d'orfane, voti di vergini e di suore. La mooré là seguiva come l'ombra, e si sedeva, colla testa 1I1ella marno, vicino al piamoforte in r3JCcogilimento mentre cantav,a. Di– cevano sotto sotto che le scene sarebbero state il rifugio di quella bella ragazza, la cui vita era stata attraversata da Ullldramma. Aveva ooillosciuto, ai bagni di Livorno, un giovane avventuroso e iintraprendente, bello ed elegantissimo, che cavalcava alla perfe– zione; un marchese spagnolo proprietario di immense tooute nelle Pampas. La ragazza credé per un istamte di avere acchiappata la fortuna per il ciuffo attirM1done l'attenzione, e di li a poco tutta la famiglia esultò ricevendo il ma1·chese illel proprio grembo oome promesso sposo della figlia. A~a,d<le però che, dopo un breve pe– riodlo di questo tenero amore, il dolce irnnamora.to spari dalla città senza lasciare traccia di sé; e aJlla madre corsa in questura per sa– perne qualoosa si disse chiaro sul viso ch'era ;più saggio nOillsciu– pare il tempo a ricercarlo, né di sperare invamo la restituziollle di certe ,somme che il bel cavaliere erasi fatto anticipare dal padre della fi,danzata nell'immiinen-za qi colossali arrivi dalle tenute lon– tane. E come se tutto questo norn fosse arrivato al peso, dopo la sparizione del· marchese spagnolo anche la ragazza sparì per qual– che mese daila città. Quest'assenza, questa la-cuna nelila vita della giovame veniva colmata con un silenzio e<ll un sospiro i!lel discorso. La madre diceva a tutti che la figlia si ,sentiva attratta con sempre crescente trasporto dalla musica religiosa ; forse perch~ di quella prof3,llla 1I1e aveva avuto abbastanza. Aveva dei capelili di Uill biondo ceinere oosì belli e oosi enormi, che una volta d'isciolti, oome un main– tello d'oro smunto 1'a cuoprivaru.o tutta :fino ai ginocchi; e mentre C3,llltava, nell'abbandooare un po' all'indietro la testa, .piano piruno le si altlentava, l'accoillciatura, finché non incominciava a svolgersi € a caderle qualche ciocca per il collo e .sulle spalle alle ultime bat– tute. La madre la osSBrva,vapavent.a,ndo i.Ildisastro, e rfrucendogesti incalzanti nelt'impossibilità di correre ai ripari e venirle in soc- ibliotecaGino Bianco
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