Pègaso - anno II - n. 6 - giugno 1930
676 A. Palazzeschi Che cosa, fa,cevano le dilett€ udendo a,coeinti trunto ,ruppassioinati sotto la IJ..oro finestra ? Si serravruno vieppiù fra le lenzuola ? Ride– vano? Piangevano? S ospiravano? Come mi pia,cerebbe di saperlo! Questi do]ci cam.ti notturni mi tornavruno ·alla memoria tempo addietro, trovru ndomi i in un alberghetto di montagina. Nella camera sotto la mia dormiva una fanciulla molto bella, e vivacissima che aveva uno stuolo di amici ed ammiratori fra i giovani villeggianti; l'albergo era giusto sulla piazzuola del villaggio davanti alla chiesa; e una sera, quando tutto era ,assorto nel più profondo sonno, i' gio– vanottì combiinaroino alla ragazza una sèrenata, ooi mezzi e nelllo .spirito del tempo loro, più priati,c;ocertamente;· porrta-ndole sotto la finestra un buon grammofono e drundogli la via. All'udir ciò la ra– gazza saltò dal letto e schizzò allla finestra poinendosi a;d apostrofare i giovanotti con urla e risate; fiinché IIlon disoese in ,piazza e oon quelli, in pijama, al suOIIlodel grammofono .si die' a ballare il char– leston e il fox-trot svegliaa.1dotutto il paese. Iin fondo, io pein.savo, quelli e questi vogiliono la ,stess,a cos·a; questiorne di d'orma, di diver.sità nell'esprimerla. Erano rpiù buffi quelli o sono questi i più buffi? O so1110 buffi tutti e due? No, i giovami noin soino buffi mai. Il buffo è terreno riserbato ai vecchi che ne vedono_ tanto e dap– pertutto. Alle grrundi serat€ si andava addirittura in carrozza, gli uomini i,n r,edingote o i:n tait) e le signore in toilette da sera, oon lo stra– scioo ed accenni di décolleté) ,o décolfotées corretti e un po' veilati. Nel pomeriggio vellliva a casa la Beppiin·a pettinatrice, che ne aweva già sistemate tre o quattro per la festa ed a]tre glie ne rimrunevano da siswmare fino a sera; portava una borsetta nera collo speCJchietto di latta, simile a un baule, e ,dove teneva tutti i suoi ingredlienti ; ma oo baule più gra.nde di ch:iJacchiel'e.ella inascon,deva, e che una alla volta dovevano venir fuori fimo all'ultima, come gli a.rinesi dalla borsetta, prima che l'operazfone fosse oompiU:ta; pett€g\olezz;i.d'ogni specie e color•e, un'a,genzia, ohe la donna rooooglieva ililoltrrundosi fino allle soglie delle alcove, 'e le cui fila tesseva fra 'UIIl•a casa e l'àltra come un ragmo malizfo.so costruendo attorno alla ip,ropria oscura persOIIlauna tela iride,scent e. Il salotto noin si riconosceva, era ridotto una specie dì anfiteatro, tutte le seggiole buoilledella c,a,savi si trovavano raccolte e d[sposte 00111 ordine eooezionale. Sparite le tavole coi frutti d'alabastro, gli albums d[ tartaruga, la pianellina turca; il puttino del Pampalon'i se n'era andato a pr,egare illell'i:ngresso dove i padro111idi casa salu– tavano gili arrivati ufficialmente; due o tr,e donne ool grembiule bi:runooprendevano i pa,strruni e i mantelli che quelli via via .si to– glievano co111 gesto solenne. Non era più una sbirciatina ai 0erneochi o una strizzatina al eollo e ailla vita dava.nti allo speoohio dell'iin- BibliotecaGino Stanco
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