Pègaso - anno II - n. 6 - giugno 1930
o---------------------------0 Casa Editrice FELICE LE MONNIER - FIRENZE EDIZIONI D PÈGASO PIETRO PANCRAZI L'ESOPO MODERNO Un volume in 16• di pp. 200 - L. 10 < S'egli ha provato a rammodernare così queste favole il gusto che noi si p_rova adesso a leggerle, deve aver passato giorni meritamente felici .... J~a concisione del Pancrazi non è mai arida e inamidata, anzi è tutta snodata e guizzante con un che di paesano e di monellesco, ma trattenuto da una pre– veggente discrezione. Si sente ch'egli non s'è proposto un classico modello sul quale calcare la sua prosa; ma davanti all'antico ha's~puto farsi una sua spon– tanea e cordiale classicità, tutta 'ritegno, finezza e misura, che sono poi le prime doti d'ogni scritto di lui». UGO0JllTTI (Co-rriere deUa Sera, 15 febbraio 1930). • Sono trecentosettantacinque favole, più di quante cioè ne siano state mai raccolte .... E Pancrazi non le ha già raccontate, ci. si è immerso, le ha rivissute ed è scappato fuori lui' in persona a dettar le parole vive, a ravvivar tutto, con quell'incrinatura di malinconico e dissimulato riso che Esopo aveva e che Pancrazi ha ben reso col suo linguaggio parlato, diretto e schietto». GIUSEPPE DE ROBERTIS (Pègaso, febbraio 1930). • È un epigramma in azione, un proverbio portato agli occhi, una verità della vita in una scena drammatica di due o tre battute, o anche d'una sola .... Quanti sono gli altri libri che presentino continenti di pensiero con tanto rapida successione ? E quanti son quelli che, artisticamente, rinnovino anche tre volte per pagina, come qui, l'interezza dell'invenzione, la figura, la scena, l'azione e il senso ? • SILVIO BENCO. (Piccolo deUa Sera, 27 febbraio 1930 ). >---------------------0 BibliotecaGino Bianco
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