Pègaso - anno II - n. 6 - giugno 1930

648 F. Nicolini Qui malgrado la n1runcooza di te,mpo, il :oarncciolo si dilup.ga in una di~cettazione sul modo in cui il Galiani, che, come il Oarac– ciolo, era ,miope, avrebbe dovuto adoprare e fare adat~are alla I_>ro– pria vista i cristalli d'un occhialilll.o da teatro, ~he 11 Oaracc1olo medesimo gl'inviava in do[lo da Londra («fateci .porre UIIl. a1t7:o vetro dlella medesima concavità appunto della vostra loupe, o sia mo[locolo, di cui vi .servite comllillemente a guatare le belle donne»); indi c01I1tinua: Mi rallegro che andate a Napoli. Ricordatevi che ifra Modesto non fu mai priore. Fate come quello spagnuolo, il quale chiese l'alternativa di un vescovado o un reggimento di cavalleria. Vale a dire bisogna pretendere tutto. Io non voglio altro che mi scriviate a lungo, se è pos– sibile dar notizia del caos e sopra tutto di Sua Eccellenza leonina .... Lo stampatore del famoso libello di Wilkes 1 ) fu messo alla berlina e condannato a duecento lire sterline d'ammenda. Esposto dunque in una gabbia di legno, fu ricevuto con applausi grandissimi della plebe. Gli posero nelle mani un ramo d'alloro - Viva! viva! - dicendo che soffriva per la libertà della patria, ed in un baleno gli fecero una col– letta di lire trecento ad indennizzarlo. La società dei parrucchieri furono in numero di duecento al Palazzo, e, quando Sua Maestà usciva, le presentarono una supplica, in cui era espostq che la moda di portar capelli avendo rovinato il loro mestiere e procedendo dai loro nemici francesi, il Re, come protettore delle arti, dovea dare il buon esempio di tagliarli e metter parrucca. Non vi pare, amico, questa un'altra specie di éomedia di codesta tra i parlamenti ed il pretume romano ? Però tutto è comedia, e voi ora anderete a vedere le nostre farse buffe. Priva di data, ma dei priru.cipi del marzo 1765 è una letterilila in cui ,s'incontra, tra l'altro, questo commovente elogio funebre del napoletano Fram.cesco Tuttavilla co111te di ,Sarno e duca di Oala– britto, molto amato dal Tam.ucci, che lo aveva mandato ministro plem.i[)otooziario a Varsavia, ove in quei gforni era morto : Come ,è stata questa morte inaspettata di Calabritto ? Povero co– glione! Io sono morto di spavento, caro abbate, e voi ancora abbiatevi cura, pe~ché corre una dia~olica st~lla sopra i ministri del re di Napoli. Spavento, del resto, cond[vì,so dal Galiani il quale no 111 sol,o ·1 O . I ' ' come 1 araicc1:oo, credeva alla iettatura ima temeva grandemente il fre?do! ch'era allora il suo solo nemic~ parigino. Codeste consi– deraz.100.1appunto egli ,fece illl. rum sua lettera al T,3illl.ucei del 4 mar- 1 ) Il noto agitatore inglese, che poco dopo s'incontrò a Napoli col Galiani, BibliotecaG;-noB_ianco

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