Pègaso - anno II - n. 6 - giugno 1930

LIBRI. Uao ENRICOPAOLI, Lar Familiaris. Letture scelte .da Cicerone, Orazio, Plinio, Marziale a illustrazione della vita privata dei Rom.ani. Le Monnier, Firenze. L. 18. Il Ministro Gentile o chi, fedele allo spirito della riforma, ha de– lineato i programmi delle scuole medie superiori, ha voluto che gli an– tichi Romani fossero per i nostri ragazzi anche uomini, che mangia– ntno, bevevano e vestivano panni, e non soltanto meri soggetti ed esempi. di regole grammaticali e stilistiche, man, mano che si saliva di classe, sempre più complicate, quali per i più tra gli scolari della mia generazione essi sono rimasti dalla prima ginnasiale alla terza liceale. A questo fine, di avvicinarci gli antichi quali uomini, è 'buono anche lo studio di una disciplina che può a tutta prima parere esterna, le antichità private; e sono buoni un canone e unà scelta di letture, che intorno a queste antichità si raggruppino. Io credo, se debbo essere sincero, che in un prossimo avvenire noi concepiremo il fine supremo dell'educazione umanistico-storica molto diversamente, che aspireremo a mostrare nell'antichità non più un mondo vicinissimo al nostro, ma un mondo regolato da tutt'altre leggi, appunto perché (nonostante un'unica nota comune, l'umanità) dissimile dal nostro in ciò che più importa, lo spirito, e dal quale pure il nostro discende senza rottura essenziale della continuità. Ma di questa incommensurabilità tra gli antichi e noi, che è perfettamente compatibile con la continuità sto– rica, e dell'utilità pedagogica che da tali concetti si può ricavare, par– lerò qui un'.altra volta; che anche le antichità private siano un passo sulla buona via, sulla via che dalla grammatica porta alla storia, mi fanno fede le ire di professori pedanti, delle quali ho avuto di recente un esempio divertente. Un maestro di liceo, a passeggio con me per Fi– renze, i:,i lamentava tempo fa di non so che soprusi patiti dal Mini– stero, ma di tanto in tanto s'interrompeva per chiedermi: - Ma i ragazzi studieranno più il latino, se si dovranno spiegar loro gli usi funebri e nuziali degli antichi Romani ? -, e poi tornava a dolersi del Ministero, fi:Q.chél'altra preoccqpazione non prendeva di nuovo il so– pravvento. Questo è un maestro sinceramente appassionato, ma che vuole che complicati periodi gr_ecisi traducano lasciando inalterato l'or– dine delle parole, perché « cosi si sente meglio l'odore della grecità»; a me, a sentir dire ai suoi scolari : « La dei Greci sui Persiani in Sala– mina vittoria» pareva invece di respirare vento di follia. Questi tali professori non vedranno di buon occhio, crederei, il libro del Paoli. Ma anche il Paoli calunnia se stesso, quando dice il BibliotecaGino Bianco

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