Pègaso - anno II - n. 6 - giugno 1930

1nverno di malato 733 avamti; « oggi potrò :finalmente fare la cura del sole»; e gia si meravigliava che no111 fossero venuti a destarlo per tirarlo sulla ter– razza, quando improvvisamente g1ligiunse dalla stanza attigua un rumore di ,,oci virili, delle quali una più sicura e imperiosa seru– brav:a domllilldare e comandare, e le altre rispondere in tono di de– fer,enza •e di sottomissione; «,è il professore», capì ad u111 tratto, preso a questo pensiero da Ulllmalessere intollerabile, « ed è già ar– rivato dai miei vicinà. ... e tra poco ,sarà qui.. .. >>. Gli tornarono in mente tutti g1lielementi di quella realtà che l'opprimeva : la bambina, lo scandalo, la cacciata dal sainatorio, e, _per u111 istamte, lllll'angoscia, U1I1 orgasmo straordinari lo invasero. « Tra poco sarà qui», pensò, e io non sono lavato 111é .pettinato .... e tutta la stanza è in ·disordine .... e c'è anoora per l'aria il ,puzzo dC11.la notte .... >>; si muoveva, noo sa,peva da che parte inoomilllciare per mettere u,n po' d'ordillle intorno a sé. Ad un certo momento quei suoi occhi smarriti si posarono sul ,pavimento, e vide, là in terra, tra i due letti, il vassoio, i piatti spezzati, e tra le schegge di porcellana i cibi raggrumati 111ella cera ,scura dei loro intilllgoli. « E io che me ne ero dimenticato », pensò in furia. Esitò, poi si ,protese colla testa in giù, oolll'intenzione di spingere quei rQtfami sotto il letto. Fu in questo momento che le voci virili accompagnate da u111 rumore dli piedi, si fecer,o oltr,emodo distinte e vici111e, poi la porta si aprì e, seguìto da Joseph e dal medico assistente, il professore entrò. Questo pr-ofessore, terrol'•e di Girola;mo, e, per tuU'altre ragio'lli, di tutto il corpo sanitario, dall'assistente fino al più umile degli in– fermieri, incarnava abbastanza bene il tipo del medico moderno, no111 più sacerd!ote deilla scieinza, ma abile e interessato sfruttatore al tempo ·stesso del ,proprio ingegno e dell'immensa credulità dei malati. Privo di quaJsiasi originalità creativa, ma buon chirurgo, dotato sopratutto di intuito psioologioo e, come dire?, politico, lo spettacolo della viltà urriana di froote al •dollore,e l'altro non meno :iistruttivo dell'ignoranza e dell'iinsufficieinza dei medici, gli avevano inspirato :fì.111 da giovane il più grande disprezzo per gli uomillli, e la co111vinzioneche per farsi .strada, itil questo come in tutti gli altri campi, servissero sopratutto il cipigilio, la sicurezza del litilguaggio, il tono duro e 00111vinto, tutti insomma quei segni esteriori di auto– rità dietro i qnali la fo1llaimmaigillla si nasOOIIldano lumi equivalenti e infaJlibili di saipienza e di genio. Di persona questo professore era alto e poderoso, aveva maini pallide e corte coperte di peli lun · ghi, neri e rari, la testa coi capelli tagliati a spazzola, gli occhi folgoranti e fredùii,;~hni, il naso ad~mco, i baffi e la barba in p1mta: era quella <l'i un moschettiere o di U1I1 inquisitore. Se a tutto questo si aggiunge un modo di muoversi, di parla,re, di gua,rdare, bru~co e ilmperioso, e certe risate, certe bonomie rare ma sempre adoperate a tempo, che fa.cevalilodire aii suoi ammiratori : << è brusco, si sa ... , ibliotecaGino Bianco

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