Pègaso - anno II - n. 6 - giugno 1930
130 A. Moravia suoi parenti; difatti 1110n avendo ,mai fatto aJlcu111a differe111za tra essi e la gente del sanatorio, Girolaimo era sicuro che appena avessero . saputo la verità, l'avrebbero disprezzato anch'essi oame tutti gli altri i e con spavento immaginava la vita a casa, malato e disprez– zato, ragione di dispiacere e di noie senza fine, 00111 poca speranza di guarigione e nessuna di felicità. (< No, tutto fuorché questo», si ri– peté atterrito, « tutto fuorché questo>>. Era stanchissimo, ad un tratto gli veil111e una grain v,oglia di dormire, di dimenticare og,ni oosa, lasciamdosi cadere llleilnero abisso del sonno; spense la luce, e nolll erano ind'atti ancora passati cinque minuti che già dormiva profond8J!Ilente. Ma subito cominciò a fare sog,ni imbrogliatissimi ; glf pareva di stare, disteso nel suo letto di ferro, in una grrunde stanza vuota, dalle pareti grige e disadorne; nel mezzo c'è una tavola di legno scolpito alla quaJle si appoggia con negligenza un uomo a,ncor giovane : suo padre ; parlano OOlll calma, e suo padre gli dioe che nolll ha più abbastrunza soldi iper mantenerlo al samatorio ; non pare disgustato o irritato suo p8idre, alllzi sorride 00111 rassegnazione; egli è d'accordo oon suo padre, è evidente che se non ci son più quattrillli 1I1on è più possibile collltinuare la cura, ma pensa, riflette oon ost1nazione cercando un rimedio, gili pare im– provvisamc1111e dì averlo kovato: « ,sposerò la Pollly », esclama. Que 0 sta proposta incollltra, la piena approvaziollle di suo padre; ana biso– g,na andlare a recare la notizia alla piccola mglese. Il padre di Gi– rol8ililo si .stacca dalla tavola e oomincia a tirar fuori della stanza il letto •del figlio. Sono ora .nel oorridoio oscuro del s&natorio, il pa– dre guida con diffiooltà il letto del ragaz710, non ha l'abitlità di Jo– seph, d'altra parte il oorridoio nero è pieno di letti bianchi guidati in tutti i sensi d'a infermiere e ind'ermieri. Altro fatto che rallenta il passaggio sono le fermate davanti le numer ose bot teghe che non si ,sa come aiprolllo le loro vetrine sfarzose da ani.bo tle parti del oor– ridoio; queste botteghe sono davvero lussu osissime ; dootro le ve– trine profonde oome caverne, in mezzo ad un gra,m:l,e ,sfarzo di luoe, si v~dono esposti oggetti rari d'oro e d'altri anetalli preziosi, chin– caglierie, vestiti, brolllzi, armi. Tutte queste belle oose attiramo gli sguardi dli Girolamo ; egli pensa a,d un tratto di fare una improvvi– sata alla sua piocotla amica e futura moglie, portainèlole addirittura un corredo completo. Questo progetto vien subito eseguito; il p8tdre entra in una di quelle botteghe, e poco dopo ne riesce oon uno sploo– dido vestito di sposa, tutto biainco, luccicrunte, ornato di un grande strascioo di veli vaporosi; dia rnn'altra bottega riporta una corona di :fiori d'arruncio, da un'altra ancora altri indumenti; ogni cosa viene deposta sul letto di Girolamo ; il vestito di sposa, con tutti i ,suoi velli fa una gra1I1dee abbagliante maochia bianca .in quell'oscu– rità nera, essi riproodono il viaggio 111el oorridoio. Arrivano al:fine al– l'asoensore, che li porterà a piainterreno; sono già dentro, l'asoen- BibliotecaGino Bianco
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy