Pègaso - anno II - n. 6 - giugno 1930
728 A. Moravia prima un rimorso impietosito e amaro ; ,si raffigurò la ragazzetta come l'aveva tante volte veduta, biainca e immobile sotto la luce bas,sa della 1ampada ; gli parve ad llill tra.tto di intuire u,n nesso tra il fisso terrore che aveva ,spesso sorpreso in quegli occhi cilestri e quesito delirio .seguìto dalla rivelazione, dallo scandalo, e daJll'intervenito materno. « Evideintemente )), egli pensò, « ella aveva per :me, benché inon me l'avesse mai detto, Ulllgraindrissimo rispetto, uina spooie di adorazione .... ed è per questo che mi ha lasciato aigire ,senza prote– st'aire, ,senza neppure avere il corag,gio di respirare ... , ma poi tutte le brutite cose le hanno riempito ['anima di vergogma e d.!iparnra, ella non ha cessato di peinsard e filllalmeinte, dopo una 1I1ottedi de1iri, wppena ha veduto sua madre, non si è più trattenuta e pirungendo ha oonfessato ogmi cosa .... )). Queste immagi1I1azionigli f.ecero ad UIIl tratto capire che amche la sua piccola amica s'.era mess,a, e OO!n ra– g1one, da quella parte dove già stava,no il Bra.mbilla e l'i,nferrmiere ; « ,sono solo)), egli pensò, « nessuno viuo[ più ,saperne di me)). L'eintrata improvvisa dli una infermiera che portava il vassoio della, oena, 1o f.ece balzar seduto sul letto e accender la Quce. La dolllna, una bruna piuttosto rpìocola, di forme sode e non brutta, ma dotata di una partioolarità insolita, e cioè di uilla peluria vellutata <' ,scura che le copriva gli a,vambraoci, le guance, ill labbro superiore <' per.sino il collo, e faceva pensare aid UIIl corpo furiosamente vil– loso, posò dapprima il vassoio sopra la ta,vola, e poi, sempre senza dir p·arola, si diede a disfare il lletto del Brambilla .. Costei era solita, ogmi qual volta entrava Ìill quella stanza, indugiare a chiac– ch_ierare ool ragazzo e sopratutto col Braimbilla al quale quella particol,arità della peluria, illlspiram una gTamde attrazione. Giro– lamo che l'aveva sempre vediuta anche troppo• oordia1e e non senza una c•erta sua scurrilità, risenti subito questa ostentata freddezza come un rimprovero e una co1Ddamna. « Anche lei sa .tutto)), egli poosò disperato, << e mi dfaprezza come tutti ,gli .aJltri)). Ora la sua persona iilltera si tendeva nel ,desiderio di ottenere almeno da questa donllla ulll segno di stima o di miserfoordia; avrebbe voluto dire ullla frase, fare Ulllgesto che avessero illlvincibili virtù di convinzione ma gli bastav·a guardare a .quellla figura, curva sul rmucchio delle '1en– zuola, là, nell'amgolo, per sentirsi i111capaoe persilllo di aprir bocca. Ma neil momento in cui l'infèr,mi~ra stava per andarsene, gli riuscì alfine di vincere la timidità. - Dica - ,domandò OOIIl sforzo 1 . . ' ' - oome sta a s1gnorlilla Polly ? La doona ool fagotto delle lenzuola sotto il braocio era ,già presso la porta. - Proprio lei, - esclamò oon una violenza che certo dlerivava d~ u:r~o stat? d'ainuno a lungo trattenuto, - proprio Qeiha il corag– gio d1 far:nn questa domanda!. .. bel tipo! - soggiunse con Ulllriso sardonico, - ,prima fa il male, poi oome s•eIIlulla,fosse stato, in t01I10 Bibliotec~ Gino Bianco
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