Pègaso - anno II - n. 6 - giugno 1930

Inverno di mala,to 723 del Brlhlllbilla, così profonda, l'umiliaziom.e che egli ne risentiva, che, ad un- tratto, per la prima vollta da qurundo era nel sainatorio, gli parve di distinguere !llettamente tutta la deformità viziata della ,propria persona e delle cose che lo riguardavano ; quel1o stesso fatto di essersi abituato a ,c,olllsiderarela malattia come uno stato lllo:r:male, oome Thlla,atmosfera respirabile gli sembrò una prova di più delJla propria i1rrep,arabile ain,ormalità; no!Ilc'era dubbio, il Brambilla era saino e lui era malato, persino quelle « belle donnme » di cui il commesso aveva pa:rllato avevano in loro qualche cosa di lecito e di puro, mentre invece tutto nei suoi rapporti colla piècola iinglese era illecito, triste, torbido. Queste• considerazioni lo convilllsero ,definitivamente d' essere guasto senza rimedio. Allora,· .mentre il Brambilla tutto inebriato da questa sua improvvisa guarigione parlava di quel che avrebbe fatto, delJla gente che avrebbe veduto a Milalllo, per una reaziollle dell'amor prop,rio abbastanm simile a quella che lo spingeva ad umiliarsi spontaineaAIUenteper noill essere umiliato, Girolamo pensò aid un tratto che poiché era malato e viveva, in sanatorio, era meglio lllon -soltamto 1110n vergognarsi di questo suo stato ma, come per sfida, mostrarsene persino soddisfatto e spmgerne fimo all'estremo [imite le conseguenze pr-atiche e morali; quali poi potessero essere queste conseguenze egli non avrebbe saputo dire chiara:meinte : oon ogni iprobabilità a:ffond'are co111 maggior consapevolezza m questa specie di oscurità iin cui gli ,pareva di vivere, ,sforzarsi di arrivare alla completa seduzione della sua piccola amica, dare insomma a se stesso e agili altri l'impressione di una certa disinvoltura, come di a.mimale immerso nel pr,oprio naturaJe elemento. Questa decisione calmò tutti i suoi risentimenti, gli parve difatti d'essersi messo al sicuro 00111 un tale pieno riconoscimento della ,propria debolezm, e nello stesso tempo di aver dato a se stesso una giusti:ficaziooe suffi– ciente di quelle azioni aJltrimenti condrurnnabili che stava per com– piere. Ma i giorni che seguirooo quella sera furon_o forse i più neri di quel suo invemo nel sanatorio. Il temp,o che continuava ad oscillare tra un sole sfarzoso .ma labile e dei subitanei e minacciosi oscura– menti seguiti da raffiche di neve, impediva una cura effica<?-e. Il Brambillla che cominciava ad afaarsi, scendeva in slitta al villaggio e 111e riportava delle descrizioni di donne, di grandi alberghi, di lussuosità, di diverti.menti d'ogni genere, piene di una insolente felicità che faceva soffrire il ragazzo più di tutti i sarcasmi di un tempo. E in quanto a Girolamo egli si accorgeva che quell'abban– dono, quel riconoscimento delJla propria miseria 1110ngli davano alcullla forza; « Ile sembrerà strano», aveva provato a dire al Bram- BibliòtecaGino Bianco

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