Pègaso - anno II - n. 5 - maggio 1930
566 O. Alvaro Si ,sentiva ricco, così. Era sera. Arrivava iin pfaz.za qu3Jl1dlo scors(' una fila di ragazzi vestiti di nero, oon le sott ane e l e fasce dei se– minaristi ; erano pr<,)prio loro, pii.cooli oon le sottane 111ere,e in quel nero no111 si vedev3Jl1oche gli occhi lucidi e pronti, che guar– davano ,qua e là oon occhiate fuggevoli e nostalgiche. Pareva di conoscerne i gooi,tori, e di averli veduti curvi sulla terra, ,goote del pop:olo, pescaltori e artigiani, come erano stati i primi ~postoli. I cappelli er3Jl1otroppo grandi, le vesti troppo lUJI1ghe,era tutto u111 mondo attonito e sommesso. Uno arrotolava una fascia rossa che gili pendeva dal firunooe la svootolava come una bandii.era. Quando furono vici111i ,gli parve di sentire un sussurro e u111 borbottìo, come un gioco iil11Provvisrumente sospeso. Ma invece nessuno di loro par– lava e non si sapeva perché sembrava che si dicessero fra di loro cose illlf3Jl1tilie .supreme. Il prete che li accompagnava apparve ilil fondo alla squadra, colll la barba rasata 111era nera, gli occhi fissi, la faocia di contadino toccato dalla grazia. L'uomo si fermò: « Se ci fosse Benedetto)). Ma sì, c'era, proprio lui, Benedetto, col crup– pelllo troppo grande, il 0olletto dii oelluloide che gli doveva far ,male, e camminava con gli altri, col viso bi3Jl1co,fra tante facce bru111e, come u111 essere privilegiato. Lo qhiamò : - Benedetto! - ma lllOIIl lo sentirono. Allora si mise a tener dietro alla squadra che si avviava fuori della città. Fuori, per la strada di campagna, il gruprpo si sciolse, alllora egli sopraggiunse di oorsa e si mise a gridare : - Benedetto, Be– nedetto, figli-o mio ! - Boo,edetto si volse appena, lo guardò, non sorrise, ilil quel vestito 111ero che pareva lo cancellasse. - Non mi vedi, Benedletto ? 801110 proprio io. - Il ragazzo si volse al prete che li accOJlllpagnava e disse oon voce chiara e ferma, dove vi– brava ill torno infantile d'una volta, ma smorzato come un ric,ordo : - Reverendo, dica a mio padre che 1110n ;posso parlargli perché siamo nel periodo della Passione di Nostro ,Signore, e la regola del semilllario c'impo111e il raccoglimoot-0 e il silenzio. - Il prete ripeté all'Argirò quel1le parole. Booedetto guardava come dii. lon– tano. - Perbaoco ! Io vengo a vedere mio figlio e non gli posso neppur parlare ? Mio figlio è sempre mio figlio. - E si avvicinò tende~do le braccia. Ma il ragaz.z? tese le sue come per resipingerlo dolcemente. Il prete intervoollle dioendo : - Lei può ritirare suo figlio 3Jl1chequesta sera, ,se vuole. Ma fino a che lo [ascia fra noi non può dispensarlo dall'osservaJnza delle regole. Non vede come è fervente il mgazzo ? - È ferveirute ? Sta bene ? Stai ,booe Be– llledetto ? - Ma quello non rispose. Si volse un poco ·con gli ~echi al cielo che vooiva voglia dJ baciartlo. - O perbacco! Sta' a vedlere ora ohe noo rposso salutare mio figlio! Tu parli bene, Benedetto mio, ma io ho faltto la strada a piedi. Se tu sapessi che cosa ti ho portato parleresti. Ti ho portato le pere da invemo. E ci ho un BibliotecaGino Bianco
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