Pègaso - anno II - n. 5 - maggio 1930
Il Pirata-Centauro 523 il rapporto di Garibaldi su quel fatto d'armi: no1t1credo che sia. noto in Italia 1 ) : Oggi siamo stati attaccati da un gruppo di oltre 100 uomini - se– condo i miei calcoli - fra cavalleria e fanteria montata. Avendo pas– sata la notte in continuo allarme, appena il sole ha dissipato la nebbia, e non occorrendo nessuna novità, ho fatto ritirare le sentinelle e i pic– chetti avanzati per cominciare i lavori dellè navi; ma, sopravvenuta di nuovo la nebbia, il nemico è apparso improvvisamente a quasi mezzo tiro di pistola, uscendo da un bosco che fiancheggia il baraccone, nel quale si trovavano allora soltanto undici uomini; con tutto ciò, dopo vivo fuoco per lo spazio di alcune ore, quell'orda di schiavi e di assas– sini si è ritirata lasciando sul campo sei morti e trasportando molti feriti, fra i quali lo stesso Francesco Pietro (il Moringue), colpito da un proiettile al petto e a, una mano. Noi .abbiamo sei uomini lievemente feriti e deploriamo la morte di un camerata 2 ). E mio dovere notare che, stando gli uomini sparpagliati, non mi è stato possibile riunirli q.u– rante il combattimento, spettando perciò tutta la gloria agli undici va– lorosi sopra menzionati, i nomi dei quali porterò a conoscenza del go– verno, perché siano debitamente premiati, visto lo ·slancio con cui si sono votati alla morte per la difesa della nascente repubblica riogran– dense, contro un nemico in numero cosi disuguale : il che vieppiù prova come un uomo libero valga per dodici schiavi. Sul campo abbiamo tro– vato alcune armi, arredi, giberne e altre minuzie. La mia cassa e tutti i registri di contabilità sono stati trafuga,ti dal nemico. E necessario che V. S. faccia marciare alcuni uomini di cavalleria per questo punto, perché potremmo essere ancora visitati da quella canaglia, se bene non la temia,mo. Idclio guardi V. S. Brejo de Camaquà, 17 aprile 1839. GIUSEPPE GARIBALDI capitano di vi;tsceJlo, comandante la flottiglia della reJ}u,bblica. Ra,ccootando il terribile naufragio, neil quale, con altri, peri– ro1t10tutti gli italiani che erano a boròo, in nll'IIlero di .sei, e fra essi Ed!oal'do Mutru e il Camiglia, Garibaldi affer.ma che la nave naufragaJta fu il Rio Pardo; ma sembra che, quanto al nome del- 1) A. F. RODRIGUES, Homens e faotos do passado, pp. 21-22; riprodotto in VARZEA, op. cit., pp. 209-10.Anche questo documento ci tocca tradurre dal barbaro italiano del traduttore PETrI. 2) Nelle Memorie Garibaldi afferma che nel capannone erano in 14, e che i feriti fu,rono otto, né parla del morto. Nella redazione DuMAs, invece, i feriti scendono a cinque, ma i morti salgono a cinque, anzi a otto, perché tre sarebbero morti in conseguenza delle ferite. Qui c'è, evidentemente, confusione del DuMAs, dal quale deriva il GuERZONI. Più vicina al vero è dunque la redazione definitiva delle Memorie, che dovrà essere leggermente modificata dal documento che pubbli– chiamo, sincrono e dovuto allo stesso protagonista della fazione. Biblioteca C ino Aiarco Fondazione Alfred Lewm Biblioteca Gino Bianco
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