Pègaso - anno II - n. 5 - maggio 1930

522 G. Dorfrt sprovveduti di sale · e me ne furono richieste due staia dal capitano Francesco Gonçalve~ da ,Silva. Essendomi impossibile trovarlo nei din– torni mi permetto di chiederle a V. S., che, inoltre, avrà la bontà di m~ndarle in casa del suddetto suo fratello. Ciò significa essere molto esigente, ma V. S. ne è la colpevole, per essere eccessivamente generosa. Credo che oggi stesso debba salpar dal Camaquà, non so per dove.... E desidero che una tempesta del nord ci sbatta con violenza sino a farci saltare di là da quei gerivàs (datteri) che ci insegnarono, in tempi più felici la dimora della bellezza, della virtù e dell'ospitalità più generosa ' . . . ed affabile che mai abbia incontrato nella mia vita. I miei compagm Zefirino Dutra, Edoardo Mutru e Royer le mandano teneri _e rispettosi ricordi: le nostre conversazioni sono sempre abbellite con 11 suo nome e saremo felici quando ci onorerà col darci i suoi ordini. Disponga sempre di GIUSElPPEl GARIBALDI. La .seconda letJtera è d1:1.t-ata da Porto das Pedras, 13 gen111aio, anno IV della repubblica (1839) : Degnissima Sig.a D. Anna Gioacchina da Silva Santos Con molti ricordi, la avverto che per qualche tempo non vedremo il caro Arroio Grande e, intanto, prego V. S. di mandare un carro sulla riva del Camaquà per ritirare i barili di farina che desidera. Prego inoltre V. S. di dare gli opportuni ordini perché sia consegnato al la– tore della presente un sacco di catrame che lasciammo costà in tempi più felici. Creda che sarei felice ogni volta che potessi servire V. S. e che la mia esistenza è abbellita quando penso - ciò che mi accade ogni momento - a quel benedetto Arroio Grande. Intanto attendo i suoi ordini. GIUSElPPEJ GARIBALDI. Nelle Memorie è diffusamente narrata l'epica impresa dlel << ca– parnnone della, carne .secca)), dove, quasi a presagio e assaggio, Ga– ribaldi ,si trovò per lia prima volta faccia a fai'.da con gli austriaci: gli 80 soldati mercenari che aiccompagna.vruno il famoso colonnello M oringue 1 ). Lo storico bmsiliaino Alfredo F. Roddgues ha trovato 1 ) Benché GARIBALDI, nelle Memorie, ne dia, pur con ortografia errata, il vero nome, molti biografi hanno creduto che Moringue fosse il cognome del celebre colonnello Imperiale che, vittorioso più volte dei farrapos, ebbe poi il fatto suo da Garibaldi. SI chiamava in realtà Francesco Pietro de Abreu, e fu poi barone di Jacuhy. Moringue significa anfora, ed era nomignolo che dal padre dell'Abreu era passato al figlio, nonostante che questi fosse assai magro. 'Il DuMAS, con molta disinvoltura, traduce Moringue In faina! BibliotecaGino Bianco

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