Pègaso - anno II - n. 3 - marzo 1930

A. M omigliano trebbe dar motivo ad una vigmetta; il Manzoni no:n ne illldicò nes- 1mna: si sa, che le immagini ,sono più suggestive delle parole. :È wnche più significativo il fatto che dei due episodi il Mrunzoni volle ilJlustrate solo le conseguenze tragiche o morali : dli. quello del pag– o·io il castigo del padre e il pent~ménto di Gertrude; di quello di Egidio !'-allusione della conversa 1 ). A proposito di quest'ultima vi– g,netta, qualcuno si potrebbe meravigliare che il Manzoni abbia fermato la .sua attenzione ,sullla frase fuggevole « buttò là Ulllapa– rola, che lei sapeva qualche cosa)), e nolll sulla pagina fosca della soppressio111edella conversa e dei fruntasmi che assediano la mente di Gertrude_ Anche qui si rivela la ID.isura del Manzoni : il suo istinto di artista lo avverte che certe scene d'intonazione forte, sotto11i111eate da un'incisione, acquisterebbero lllll colore troppo in - tenso, e il romanzo assumerebbe, a ,sooonda dei casi, un aspet·to romantico o grottesco. La scelt·a delle vignette dimostra che il Man– zollli aveva Ulllasicur·a coscienza di quella sua arte oosì temperata, schiva di mo~ooti soomposti anche nelle pa,gine dove le passiollli sono più impetuose, vereconda •anche dove gli accooni potrebbero essere più inquietanti. La ,storia dellà monaca dJ. M-ooza è tutta sparsa di oscuri turbamenti, di immagmi aocarezzate dalla fantasia di Gertrude ma subito soID!IIlersenelle pagine pacate deillo scrit– tore : quanti motivi di illustrazioni! Ma il ,diseg,no avrebbe dato una forma a quelle seduzioni, le avrebbe ,staccate dal fondo rifles– sivo, avrebbe corrotto la saggezza malmoonica di quei capitoli_ Il ·MiaJ1zo.ni affidò quaisi ad ullla sola vigneti-a il oompito di ,dipi,ngere la torbida psioo1ogia di Gertrude : ill ritratto di quella mo1I1aca forzata. Il Gonin non fu da trunto. Ci voleva il pennello di Mosè Bianchi, l'unico che abbia tratto dai Promessi Sposi un capolavoro : queilla belllezza ((,sbattuta, sfi•orita e quaisi ,scomposta)); quegli occ,hi ((pieni d'espressione e di mistero)), che in oe:riti:momooti sembrano chiedere << affetto, corrispo111denza, ,pietà)); l'Ìlllquietudine dello sguardo e delle labbra; il v-estire insieme stud!iato e lllegletrto: tutto si ritrova :in quella figura trepidrunte, in cui si legge una storia di sensuale e di traviata e i turb8imenti SOIIlO espiressi COlll. runa profondità e Ullla pacatezza manzollliam.e. Il capitolo 13 non è dei più lu,nghi, e ,perciò ha poche vignette, sufficienti in proporzione deil numero dei temi a cui ·si ispira. Ma q ne~ti temi hanlllo aspetti così mutevoli, che le illustrazioni potl"eb– ber•o esser raddoppiate. Dilla vig,netta è indicata per il chilo agro e stentato del vicario di provvisione 2 ) : ma qurunte altre ne offriva questo pers001aggio, che dà trunto spasso aJl Mrunzoni e per il quale 1 ) Vecli le vignette 103, 104 (foglio 12) e 117 (foglio 14); cfr. le illustrazioni a pp, 185, 188, 211. 2J X;:illero 143, foglio 16; cfr. l'illustrazione a p. 253. SibliotecaGino Bianco

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