Pègaso - anno II - n. 3 - marzo 1930

Il llfn11zoni illustrati>rc dei « Promes:,i Sposi>> 313 sì,gnificamte. Ma il torto questa volt-a era anche del Manzoni che, oon l'indicazione « Vista della chiesa di S. Ma:reo », aveva sugge– r,ito un'impo:stazio!ne inadeguata. Più irn giù si descrivono le precauzioni dei milanesi ,per evi– tare il ,0ontagio. Alla frase « Gli amici.... si ·salutavarn da lolil– truno, etc:» il Marnzoni soggiunge: Metterci, se torna bene, qual– che altrn accidente della descrizione 1 ). E l'illustratore, il Ricciardi, fondendo in una sola vignetta due partioo1ari del romarnzo, disegna UlllO dei due amici oon una ,sporta in braccio (<<I gentiluomirni.. .. si vedevamo, co!Il una sporta ÌIIl braocio, andare a comprar le cose ne– oessarie al v1Jtto »), e dà, all'altro urn bastone, - p,are -, rendendo :insieme queste altre linee dello scrittore: « I più tenevruno da una mano un bastone,... per avvertimento :minaocioso a chi avesse vo- 1uto avvicinar,si troppo)). ' Siamo all'episodio della madre di Cecilia. Qui il MaJI1zoniindica esplicitamente : Sceria di carri etc. 2 ). E il Gonin eseguisce : da una parte la mad're con la bambirna morta, dall'aJltra un carro che occupa la parte maggiore della vignetta. È possibile che il Manzoni dinanzi ad un'illustrazione come questa non sent'isse c·olilpena che il dolore pacato della madre, l'abbandorno gentile della figlioletta, il verecondo orrore della sua descrizione dei cadaveri « ignudi, am;montiochtati, irntrecciati irtsirune; oome un gruppo dì serpi che lentamente si svolgano al tepore della primavera)), tutto era sva– nito i,n un disegmo che raccontava quasi sooza pietà e senza pianto? , Il capitolo finisce cdn U[la pagina sullla « vasta, diversa, indescri– vibile scena)) che si presenta a Renzo sull'entrare del lazzeretto : il J\famzoni ]a irndica all'Hlustr-atore dfoendo: Qiiello che all'artista parrà di poterne cavare 3 ).· Nello spettacolo confuso ritratto dal Manzoni dominamo figure di meschini impazziti dal dolore, e fra questi uno che racoonta le sue immaginazioni a un disgraziato oppresso -dal maJle, uino che sorride beatamente, uno che C3Jlltauna camzone « d'amore gaio e scherzevole )), i più pietosi a veq.ersi. La , vignetta è fedeilissimia e pen disposta : ma i pwrtioolari vaIDno, quaJsi fatalmente, perduti. Dopo due indica,zioni di scarsa impol'tarnm 4 ), se me trovai UJI1'al- J) Foglio 42a; cfr. l'illustrazione a p. 660. 2) Foglio 42a; cft. l'illustrazione a p. 6G2. 3) Foglio 43•; cfr. l'illustrazione a p. 672. 4) Al principio del capitolo 35: Fuga ài portico del lazzeretto, dalla porta di mezzo (Foglio 43•; cfr. l'illustrazione a p. 673). Accanto alla frase per la vignetta di fra Cristoforo che indica a Renzo don Rodrigo morente dicendogli « Tu vedi! Può esser gastigo, ecc.», sta scritto: Boulanger, l'artista a cui era 'affidata la vignetta (Foglio 44•; cfr. l'illustrazione a p. 687). Già il Saraceno aveva notato che è questo l'unico saggio rimasto dell'e,dizione illustrata che priillla il Manzoni aveva pensato di far eseguire a Parigi (vedi op. cit., p. 16, n.). BiblioiecaGino Bianco

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