Pègaso - anno II - n. 3 - marzo 1930

IRENE E L'AMORE. Quando le amiche della ma.mma dom~ndavano all'Irene: - e al– lora questo maritino ? quando 1o troviamo questo maritino ? - l'Irene rispondeva appena co:n umo stainoo sorriso e IIlessuno ca– piva bene che cosa volesse dire quell'ombra di sorriso che passava lenta sul bel volto. Be][o, proprio bello, d'un ovale perfetto e d'un pallore impressionante. Quel pallore dove raraimente ,si diffon– deva il riflesso del sain,gue IIlO!ll era Uiil colore di malata. Si capiva penissimo, e lo capivano tutti ainche senz,a rendersi conto d'averlo capito, che l'Irene stava bene di sallute anche se non era oolorita. Piuttosto che al fisico, quel pallore pareva che appartenesse al mo– raJle dell'liI'ene, al suo camt1iere; e c'eria in quell'aJVorio così delicato qualche cosa di sdeg1I1osoe di ritroso. Le amiche della mamma quando d!omandavano: - e alllora que– ~to mariti1I10? - facev·an la domanda colla speranza d'avere una risposta che le aiutasse a capire oome mai upa ragazza così bella non avess•e ancora Uiil :fidanzato. Ma anche la mamma si stringeva nelle spalle e faceva intendere, senza volersi sbilanciare troppo, che dei partiti ne aveva avuti la sua :fi,g1liola e ·ainche buoni; ma che li aveva tutti rifiutati. E nolildava troppa soddisfaziolile alle amiche curiose e pareva che ilil f01I1do in fondo, senza volerlo dire, desse ragione a,lla :figliola. Tra mamma e figliola c'era come una taicita intesa: la mamma, dicerto, doveva capir la figliola senza bisogno· di tainte oon:fideinz.e e spiegaziolili. E come la capisse così bene è presto detto. La mamma s'era sposata rgiovanina giovanma perché 11:avevain oonsigliata e le avevan fatto intendere che sarebbe stata proprio una .sciocchezza maindare a spasso quel giovanottone che era una paista d'uomo, onesto, lavoratore, senza vizi; e che era difficile trov·are Uiil marito dove tante virtù si fossero date l'appuntamento a quel mod:o. ,S'era d ulilqu e .sposata e poteva dire d'avere aV'Uto per venticin– que anni :fila.ti , - fino a qu01ndo le era morto, - 'lliil marito mo– dello. Ma l'amo re n-OIIl l'aveva avuto. E quando partorì la seconda volta,, - la p,rima aveva av.uoo U1I1 1113Jschio, - e seppe che questa BibliotecaGino Bianco

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