Pègaso - anno II - n. 3 - marzo 1930
Franz Werf el 297 ------------------------ nità cli chi ha oonchiuso, 3illdar inicontr•o all'irnnovwtore e no111 esita più a leg,gere una partitura deil Tristano che fino a,d allora s'era ri:fiut•ato di guandare. Seno111ché il giomo in cui, superato urn peri– coloso 3Jttacoo cardiaco, Verdi s'avvia :finalmente a Palazzo Ven– dr31illin, lo fermano sulla sogli.a: Wagner è morto 11lll quarto d'ora prima. Il destino non ha voluto che i due gram.di s'Ìllloontras,sero; ma d0tpo quel 1suo viaggio, che non è meno vero siimbolicamente , ainche se 111essuno ,st01rioo111e parli, Verdi 1siritr,owi, e ,p,riestol'Italia , e il mondo sentimlllmo [a voce d'« Otf)llo )). Questa la semplice ossatul'a. Ma come dire delle cento figure che pop,olaino il romanzo ? Quella di Verdi, prima ,d'o,grnialtra, co.sì evidern,te :firn me' ·partioolari :fisiornomici,oosì circ-ostanziata e definita lllon so-lo dli fro.Ilitetall'a.ntagonrsta (ripr,odotto a(Ilch'esso con quella' giustizia che è dell'arte e di Dio), m,a,nell'altera e massacrrunte ge- 111erosiità vel'ISoi nemici, nel suo molto ital:i:ano amore per i Mm.bi in cui trema il ricordo deil :figlioletto mortogli tra le braccia, 111ell,a, sua aimmiraita pietà per la d0111na che dura ,dal •giol"Ilo in ooi udì :lia111 - ciullo il grido d'una p0irtoriente, e :nella sua umalilità, infine, che si rivela quandio soccorrernfo si nasco111deo ,t,ra,s,forma ÌIIl compenso dovuto Ila, più prililcipesoo goo.erosità. Uin uomo oon tutti i suoi difetti, ma a1nche un saJ1J.1to che ti stratppa la,cr:im.e di rapita oommò– zione. Uin Vendi con 11lll tarntinello di Problematik ,più del probabile, m,a,vivo da. impTessionare. E che dir,e del senso di fatalità diffuso in tutto il liro, deUa morte che passa aecrunto a Vendi, che colpisce Wiag,ner e il povero musi.cista tedesco tisioo e ['ruppena toonternne Biia.lilCll/ Oarvagno e rispetta gli inutili e ridevoH oontocÌIIlque 3ill,J1Ì ·del vo1omt3JrioÌIIl longevità marchese Gritti ? 0(-rto lllon tutte le parti del roma111zodspoo.dono a un rigoroso senso di necessità, ma ognuna è bella a, suo modo. E diciamolo su– bito : illes,sun•tedesco da Goethe a Heyse ia Schickele a Bruno Framk a Thomas Mia-nlll ci ha dtato UlllaVenezia più simile a, 1se ,stessa e cioè senzia le mine ,subacquee della metafisica ,o il bisogno •d'andar a di– sturbare i ,dogi o quella irritante tendenza dei nordici. a veder gli italiani., die schwarzen Italiener) i meri, mobilissimi italiani come de' b~gli animali carichi soltainto di vita frsica e tutt'al più di pas– sione. Dunque nioote fadore l'Italie a premess•a di un'a.mmirazio1I1e sostainzialmente lesiiva. La città lagU111are,dove Werfel suol vivere per Ulll.a parte dell'an1I10,lllOila riitroviamo collli suoi più inviolati se– greti e lllon amputata della sua gente viwi,. E 111essuno, Ìlll verità, dopo Ilejille, che traverso la musfoa di RoS1Sini ntuì l'Italia e il suo irrefrenabile desiderio di libertà, ha ,saputo .meg!liodi Werfel com– pre-ndenci direttamente e travel'tso la musica e l'anima di Uillnostro e ,m()lto 1Dostr,oG.rande. Direi che ci ha compl"eSi meg[io di quarnto noi non si oomprenda noi ,sress.i. Oolll qùella · simpatia per le cose muove che ce ne rivela l'ultima esseinzia. BibliotecaGino Bianco
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