Pègaso - anno II - n. 3 - marzo 1930
Franz . 1'Ve1j'el 289 spirg•a come 111-on U!hla v-ortJa,ma a più riprese, Fmnz Werfel a.bbia potuto essere l'accli3Jill.3Jto portaboo.<liera deilla giorveintù. , Età strana e per talUJI1i tragica, la giovèm.tù, che ,un evo sembra dividere d•all'inmnzia, un ·passo ~Ila morte e i propri invincibili impocci d.aJll'inesplorato mondo. Età senza voce. Tra i poli della. nostalgia e dell'esaltato desiderio, dell'·al'dore e del pudore è Ùill ferver èontin'uo, un ondeggiare inquieto, una vergme e ricca :Sinfonia sentimentale. L'espres sione riesce quasi sempre .Ìlfiadeguata, ècoos– sj_y,a,, perfino uritaru.te. In Werfel c'è viceversa questo di prodigioso : che a, V€illt'a.nni egli esprime i V€illt'anni IJllanon cosi come 1o farebbe un •adulto o un precoce o un « im-differente )) tipo Moravia. La sua voce è tutt'U1r10 col sentÌ!~to non Silla turato né ,affievolito dal"tramite della p,arolla e n001 smorzato dall'ironia o dalla sufficienza. V€illtenne è la disin– volta 1spontaneità dei ritmi, ventenne il profoìno di questa poesia che è la •stessa giovinezm nel suo ingenuo e intatto fervore. P,erò il p,oeta, come il Ferdin,aindo R. del suo ultimo romanzo, n,on è legato all'istante e sa restituirsi, quando voglia, ai paradisi perduti deilla 1p,rimissima infanzia. Si •risente adagiato mollemente nel ·suo carr,ozzino, ,su di lui il cielo inquadrato dalle fl'onde e fil gra,nde viso della bambinaià. Secoli. M,a a volte, - 1s 1 e ;per esempio fruga nelle ,tasche di un suo vecchio abitino alla marinara e vi ritrova, le biglie di vetro iriùescentie, - ecc,o che gli .semb,r,a, ieri e si spaventa sorprendendosi, villloso e traisformato, davrunti allo :spec– chio. Risorge nell'irmnm-gine raimmemorrunte il mondo vi,sto dai chi3Jri occhi del fanciullo e ancom una volta al ,p,ae.saggioreale, già cosi pieno d'incognite, si sovmp,pone la f31Iltrusia che fa d'un vaporÌlrlo a ruote una nav,e corsara e d'una· domenica priJJ:naverile sulla Moldava o ·sull'Ellba um.a ,spedizione rischiosa .sotto l'impla– cabile azzurro dell'equatore. Tornano le p,ooe della ,scuola, la paura d'aver fatto tardi, le ore di storia in cui ci figu,ravamo - d'esser guerrieri caduti in battaglia, la dolce vecchia f3Jlltesoo, 1l'odore invernale del caffè tostato, i te rribili gua; ~diani del giardino pub– blioo; -si forma, alimenta;ta di rimpiaru.ti , tutta una oo,ngium di motivi che p,ortremmo dire rmor ettiani. « O resti, relitti, o passato passato! - Nostalgia come dell'infanzia - nostalgia come d'obliate creature, - di tenerezze perdute, di gente - ohe mi guarda fredda - e non mi prende più pel ganascino)). E qui i co1D.fr001ti ammiccano tentatori. È infatti nel '10 ·che Moretti pubblioa le Poesie scritte col lapis e ,sono (lell' '11 i Colloqui di Guido Gozzano. Ora 111el Weltfreuna, uscito lllell' '11, ma conce– pito tra 11' '08 e il '10, vi sono, oltre ai già rile_vati morettismi, idilli e 1satire ,della 1società. borghese che, oon qualche morbidla no-stalgi·a in meno e U1r1 po' di giocondità in rpiù, ma insomma irresi– stibil,mootè, richiamano alla memoria ill poeta della, signorÌlrla Feli- J 9. - Pè,1aso. BibìiotecaGino Bianco
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