Pègaso - anno II - n. 3 - marzo 1930
Ulisse e i Oiclopi 275 bocca, festosa, suscitando !Iluovi evviva alla magnificooza e libera– [ità del Sovra!Ilo. Ognuno oo.rse alle proprie toode, per p•r~•aransi aJ. ba!Ilchetfo: sorgevamo fra gli alberi, dove più folte era!Il l'ombra e la frescura; erano di tela bigia, sostenute da paletti e pioli conficcati nel ter– rooo. Intomo vedevi gamelle appese ai rami, paglieTicci sciorinati ad asciugare n~le isole di luce tra gli alberi, armi appoggiate ai vecchi tro1I1chie qualche c ane affamato , vagolante in cerca di ossa spolpate. •Si udiva UIIl lieto ruscellia.re d'acque, dal torrente, dove i soldati rundavrunoa riempire le borracce, ed a fare il buoato. Sulle tende più grandi sventolava qualche orifiamma, i!Illsegna dei capi– squaida'a. -Mootre i CO!Ilvitatisi lustravano i capelli con grasso di porco, liscia.lildosi le barbe ispide e ['Ulllghe,gld.scailchi si ,affacoondavruno a squartare le vittime desiignate. . Tagliavan la gola ,aJ.lecapre, poi le appendev,runo per gli zooooli ddlle gambe di dietro ad un ramo, ·e mettevano un secchio sotto al fiotto delle vene, per far!Ile srungufoacci ; oosì appese le spellaJVa/Ilo : con un fruscio di garza, apparivano i fasci rosei dei muscoli, sotto 1m velo di madi'eperla. Bisoginò legare i cani ai pioli delle tende, perché, sferzati daJ.l'odore del sangue, non si avvootassero sugli ~caJlchi. La boscaglia echeggiava di colpi di scure, le tavolate sorgev3Jllo in fretta; ,si aooesero i fuochi con fascine di sarmenti, ed il fumo sali scoppietta.lildo a[la volta frondosa, mentr-e U1I1 piochetto armato tooeva indietro la ressa degli impaziooti. Appena tutto fu p:r,ooto, gli araldi imboooarono le trombe d'M– gento e, come torm(' di collegiali in vacanza, i solldati accorsero schia.mazzandio. Si sedettero a .squadre, coi caporali ed i sergenti a capitavola, che sorvegliavano la mescita del vino. Lo sganàsciare di quegl i affamati faceva UIIl rumore diffuso, si– mile a quello delle tavol a.te di bachi, 1I1elle fattorie di Brianza. Ulisse dall'alto del suo seggio regale, CO[l un mantello di porpora sulle .spaJle, l'Aedo allasto e gli araldi d:uritti impettiti dietro di lui, ogni tanto alzava il nruso dlal suo piatto per oootemplare il famelico pa– norama. Lungo le tavolate, cor,revano già le più strane voci sull'ultima avvootura di Ulisse. - Un occhio solo, grande come ,U1I1a scodella .... - La sua voce faceva tremare le foreste .... _:_ Con un piede avrebbe schiacciato dieci di [lOi.. .. - si udiV"a mormorare, nell'acciottolio 1 dei priatti e delle tScodelle. U!Ilcaporalimo smilzo sta per fMe una iproposta, ma sringozza, e l'arciere scelto Pericle deve dargli delle tambussate nella schiena; -- Su, bello, guarda l'uccellino ! - gli dice. B b ,oteca Gino Bianco
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