Pègaso - anno II - n. 2 - febbraio 1930

IL LATINO IN !SCORCIO . . Anto10io ~foillet, il m.1aggioredi tutti i gfottologi fra,ncesi e il più lucidlo di tutti i glottologi viventi; aveva scdtto precedentemente U1I1 Aperçu d'une histoire de la langue grecqiie. Un nuovo libro, U1I1' Esquisse d'une histoire de la langue latine (Parigi, Ha,chette, 1928)-,c'invita •a ripensare la storia dlelila nostra 1i10gua antioa, con la sua guida, fi10chéuna meditazione appr,ofornlita non ci oostri10ga a staooard ,da lui. I due volumi mirano a un medesimo i.intento, di una divulgaziiooe che non avvHisoe né l'autore !Iléi lettori : di una divulgazione, direi, non volgare, che è insieme ciò che le divulgazio1I1i sooo di rado, le tr.attazioni lingu1stiche nom. sooo quasi mai, una sintesi. I dfue volumi sono ,scritti suppergiù con lo stesso metodo. Ma 1I1ellasomiglia,nza della trattazione si ri,specchia, tanto più evi– dente, la dis,somiglianza. deill'oggietto. Il greoo e il lati.in.o1non halllllo in comune che questo, di essere tutt'e due lingue indoeur,opee di quel certo gruppo, il quale, perché non ha palatizzato le consonamti gutturali originarie dinrunzi allle vocali palatali e ed i, sogliamo chiamare co10venzionalmen~ lingue del oentum (rpronunzi,ate Ulllavolta tam.to kentum!); nel resto sooo ai poli ,opposti. Il greco è nella sua storia, per dir così, un caso nor– male: per quanto iiild'ietro noi risailirumo, troviamo sempre Ullla lin– gua parlata da tutta. una illazione, che non è nell'antichità e non sarà mai riunita politioamente (almeno quale stato i.indipendente), ma che dai poemi omerici in giù ·si sente uri-a, grazie appunto alla liiilgua e anche alla fondamentale identità del costume o della, cul– tura che dir si voglia; da una inazi01I1e che già dai tempi omerici occupa la penisola eillooica ma amche le isole dell'Egeo e le cosite dlell'Asia MÌJllore. Molto presto questi dial,etti oominciano a lottare tra loro, cozzano l'uno contTo l'altro, si ,sov,rappongom:o,si mescolano, ma am.che si smussaiilo, perdendo o attenuando quelle oa.ratteristiche che s -01no più spicca.te e quindi più ostiche per lo straniero. Preval– go.no di volta i.involta i dialetti dei paesi di ,maggior potere politico o di m aggior fiore economioo o di più alta civi1ltà; prevalgono dap– prima sui dialetti vici10i e dlel1o-stesso cep,p,o, poi su tllì,tt,igli altri. Nel momento in cui una relativa unità culturale è raggiunta, amche la lingua si è livellata,: dotti e indotti si servono per la vita comUIIle di Uiil tipo unico; le forme ,sono prevalentemente attiche, ill lessico BibliotecaGino Bianco

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