Pègaso - anno II - n. 2 - febbraio 1930
« Il Fanfulla delta Domenica " 137 sincero e ragionevole ammiratore del suo alto ingegno, quanto perché ·bizzarro è il suo carattere; singolari le vicende della sua vita d'artista, le quali meritano d'essere notate e ricordate in questi fuggevoli bozzetti. Più illlnanzi il buo1IJ.Mario Mandalari parla de L'amore nella 1:ita di Giuseppe Pisanelli. Ad avvivar l'aria con pagine fresche val,gon le Gite autunnali, Fra il Brisgaw e il Baden di Ferd:iJilrundo Martini. Vi si impreca nel bel principio (poiché Friburgo sul Brisgaw è la ,patria dell'inveintore o scopritore della potlvere da can– Il()[le, Bertoldo ,Schwarz) contro la ,polvere da sparo : Un cittadino dabbene, oggi come oggi, deve avere il concetto della fratellanza limpido nella mente, l'amore dell'umanità fervido nel core e la rivoltella carica nella tasca dei pantaloni. Dio protegga gli antropofaghi ! Chi cade pugnando contro di loro, se non ha. gli onori del funerale ha quelli del simposio ; e se in vita fu inutile ai proprii simili, anelerà benedetto per averli in morte nutriti ecc. E vi si parla di molte cose, e di architettura sopratutto. Il terzo 1IJ.rumero, 10 agosto 1879, reca Ricordi delFesilio - Giu– lio Ferry (che allora era ministr-o della P. I. in Francia) di Petruc– celli della Gaititi111a. Segue la rubrica, che appare per la prima volta, Chiacchiere della dome,nica ,di F. M1artini: e l'autore vi ragiona, tra l'altro, della Colonia felice di Cartlo Dossi e dichiara che il libro gli pare « curiosisstmo >>: e lo dico, sebbene mi aspetti di essere sgridato domani: Borghese, droghiere, philistin, e peggio. Ma tant'è: io son nato in Italia, e non mi par di essere esigente se chiedo agli autori italiani di scrivere una lingua che capisca anche io. E i libri di Carlo Dossi io non li capisco, finché alcuno non me ne insegni il gergo o non me ne traduca i periodi. Riporta a;léuni periodi del Dossi 1 quale oo esempio : <<Essi..,. quasi temooti incresparle il pia,no .specchio del so1IJ.no ecc.» ed os– serva: « O,o,me iSIÌ fu a increspare. u1110 specchio?». Osservazione che IIl.On diremmo felice, se è ver-o che lo specchio delle a,cque ,precede lo specchio dell'impiombato vetro. Ed anche ,più giù, a proposito d'eltla traduzione dell' A.ssommoir di Zola, fatta dal Petr-occhi e dallo Standaert, il M-artÌllli osserva, della lingua: «Che parlaita e ,che scritta! Ci son dei dialetti e dei vernacoli in Ita,lia., ima la lingua italiana è una sola; e tanto peggio per chi inon la sa!». Segne: Da fPmpesta, di Rocco de Z-erbi; quindi ,di Guido Biagi, B1bhotecaGino Bianco
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