Pègaso - anno II - n. 1 - gennaio 1930

Cinquemila lire , 69 .si sentì mancare, oome se il cuore raUernt8Jssei battiti; mi,se la maino nella ta-sca interna; invece del portafog1li c'era un fagotto rozzo e peso. Rabbrividì: nolil osava chiedersi che fosse successo delle cin– quemila lire, come non avrebbe avuto il coragg1o di guardar Tito im. faccia; còme illOn osava mai affrontare le difficoltà, le contra– rietà. Salutò tutti ilil giro, in fr,etta, e andò via, ,senza nemmetno .scusarsi con un pretesto : aveva bi,sogno di esser solo, e cercar di capire. Ma fuori fu p,eggfo che mai. Ohe fare ? La prima oosa, la più necessaria, era di veder la Fosca, subito. E se Tito si fosse già accorto del cambio dellla giacchetta, tornasse indietro e 1o tr,o– vasse intol'no casa ? Bisognava riflettere; ooordinare le idee : forse si poteva anoora rimediare, inventare una scusa, una ra.gione. Ma non era facile: proprio in camera della Fosca, e per 1'8ippunto la .sera che Tito doveva andar via: le stesse cirnquemila lire l'a,ccu– savaino: non era nemmeno da pensarsi che IIlon le tenesse oon sé. Andare a crusa sua? ... E l' Angfolina, che inon sapeva nulla? Si .sentì preso dal bisogno irresistibile di guardar bene, a lungo la sua ,disgrazia, oome ,s•eormai le cinquemila lire fossero irrimediabil– mente perdute. Certo il Cecchini non gli avrebbe dato altro. E .a chi chied:erle? Non c'era IIlessuno. E allora? La cMD.bialesarebbe .andata in protesto, sar,ebbero vetnuti fuori gli altri creditori, l'avrebbero fatto fallire, g1li avrebbero venduto il podere, la casa, la r-oba.... si fermò à. impietosirsi su se stesso, oon le lagrime in pelle, intenerito dal pensiero che la rovma della sua famiglia non era più tutta oolpa sua: era questa fatalità a dargli il tracorrlo, al– trimenti avreb-be rimediato, ,si sarebbe salvato, avrebbe tirato .avanti. ... Per la stra.da lucida, abbacinata di luna, ora affrettava il passo, ora rallen tava s in quasi a fermarsi. Ora pareva che il cuore smet– tesse di battere, ora gli 1s'affollava in boc,ca. Guardava la sua om– bra arrampicarsi sui monti dei saissi, piegarsi, scendere, stendersi ,sulla strada, misera e magra: N-on passava nessuno. Non era più oolpa sua. Ci s'era messa di mez~o la sf.ort'Ullla.Gon .questo, si metteva nelle mallli del destino, rinunziava a qualunque potere sulla sua -sorte; e era una liberazione. Si sentiva povero e s,olo al mondo, ma m pace ; al modo dei vagabondi che inon possono far maJle a nessU1I10,nemmeno a se· stessi. Però, tutto non era ancora detto. F-orse le cinquemila lire erano sempre in camei:a deilla Fosca. Non si sapeva spiegare come, ma poteva dar,si. E anche se Tito le aveva già trovate, forse c'era modio -di riaverle. Poter trovar•e uina -scusa, una ragione possibile per calf!llar Tito, -e riavere le cinquemila lire! Si sarebbe appianato tutto, tutto sa– rebbe andlato a posto .... iMaoome, dove trovarla, una ragione ? Come doveva aver fatto la sua giac,chetta a trovar la straida di quell'at- BibliotecaGino Bianco

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