Pègaso - anno II - n. 1 - gennaio 1930

42 L. 8alvatorelli • Georges Sorel e la forza, che pure interviene per lui a costringere ,al bene l'umanità. corrotta, n-0n si capisce di dove tragga questa sua bontà. Ad ogni modo, aillillessa questa forza oome u,n dat-0 misterioso, ne viene che· l'uomo non ha se non da assoggettarsi ad essa, stentare e soffrire sotto una d1sdp1ina di ferro, ~nza riposi e senza ,sper.anze. Ap– passionato moralista e spregiatore pr-0fondo dei propri simìlli, il So– rel è riuscito, oome doveva, ,to.rmoo.trutoredegii altri e di se stesso. In (lui potrebbe davver-o sospettarsi quell'odium humani generis iniputato agli antichi cristiani. Egli non è stato certo il primo pes– similSltamoraJe, e non sarà l 'ulit:irrno.Ma quello che è singolare di lui è ll'~oppiamento del pessi mismo radic ale con la passione politica e oon l'aJtteggiamento riv-0luzionario, necessariamente presupponenti Ulil certo -0tt1mis-mo,una oerta fede nell'umanità. 1n verità, il suo rivoluzi,onarismo era un'illusione personale. Egli non, vide oon chiarezza, mai, né in se stesso né intorno a sé; e quamto men-0chia– ramente vide, tanto più dommaticamente giudicò e pr-0pugmò l'azi-Oille,- o piuttosto la distruzione. Nell'avere rappresentato, e insieme oontribuito a generare, la confusione intellettuale e lo· sban damento moraJle caraitteristici dell'ultimo quarto di secolo, è f.or ,se la vera fu:nportanza dell'opera soreliranra. Lurn1 SALVATORmLLI. BibliotecaGino Bianco

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