Pègaso - anno II - n. 1 - gennaio 1930

9inquernila lire 83 Nel lmio, .Tito tastò il portafogli. L' Acquaviva sarebbe andata venduta. lll nome del .OecchiJni oo!ncatenò, concretò le ,sue idee. Chissà? Immerso in riflessioni ansiose, benché tinte di una grave felicità come di chi v~de avverarsi un ,so,gno temerario, ridliscese al cancel1o, riprese il cavallo per la bl'iglia e si mise a sailir l'erta. Felice udì il rotolio del barroccio, tagliò corto ai discorsi e stette iill asoOilto. - :È Tito che toroa, - disse l' Arngiolina. Felice le fece segno di star zitta. Il barroccio si fermò sull'aia, sentir-ono la voce di Tito comandare al cavallo: « Leh ! )). La voce bastò peir trainquil– lizzare Felice. Dopo qualche momento, suonò sul selciato il passo del cavallo che rientrava nella stalla. Felice noo perdeva d'occhio la porta. Ma 1110n veniva ll1essuno. - Ohe aspetti ora ? - gli chiese l'Angiolina. Feilice fece un gesto di impazienza. Nulla, nessu1I10. Ohe non l'avesse trovata nemmeno Tito, la giacchetta? E allora, chi? Dov'era? Ma :iJntamtonoll1succedeva 1I1ulla,s'anill1va avanti; col tempo tante cose si rimediano, vanno al posto anche da sé: si va in là, il tempo pa,ssa e sana tanti mali. Tito intamto era entrato in cuciJna, e senza guardar l,a,Fosca in viso, si era buttato .su una seggiola tirandola sotto [a tavola. Poi si passò la maIDogrossa e pesante nei capelli, e con una negligenza sprezzrunte che essa ancora ll10ll1 gli conosceva, disse :· - Dàmmi da mangiare, ho fame. IV. Questo Cecchini, il quale sembrava aver nellle mani il destino di Felice, negoziava nei legnami delle tenute boschive che sfòciamo a Colle; ma i suoi affori prosperavano più specialmente nel dar ill1nari a prestito alle condizioni che abbiamo visto. In quel che Felice aveva raccontato al[a moglie; di vero, no111 c'era che il rifiuto del OecchiJni di da.rgli a.Itri danari. Questi stimava esser venuto il momento di lasciare andar Felice per la sua chiJna; non credeva che questi avesse ,smarrito le cinquemjla lire; suppo111evache le avesse ,adoperate per tu:rare qualche falla vergognosa o che se [e fosse giocate. OI'mai :Felice diventava troppo infido: colpa sua. Non era prudente impegnarsi più a fo1I1do.Avr-ebbe lasciato a!l1· dare in protesto la cambiale; sarebbero venuti fuori gli rultri cre– ditori ; ma a vendlere il possesso, -si poteva sistema,rli tutti ; Felice sarebbe rimasto con la camicia e basta : colpa sua. E la mattiJna dopo, qua.udo neil magazzino si trovò Tito davanti, il CecchiJni si disse : « Che avanzi anohe lui da Felice ? )). Non si sarebbe mai aspettato l'offerta del contad:iJno. Dopo una nottata spesa a digl'umare i d:usco11si dli Felice, Tito aveva inventato una storia goffa e zoppicante di Uillsuo zio prete, BibliotecaGino Bianco

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