Pègaso - anno II - n. 1 - gennaio 1930

82 D. Cinelli samgue di zingari. ... chiacchiere! Ma un pensiero più dloloroso che mai, che era semprre rilJllasto nell'ombra, che amcor 1110111 aveva avuto il ooraggio di gua:ridare di fronte, volle farsi avanti per forza : se il suo bambilllo nO'll fosse stato suo, se fosse di un altro ? Ma si rimise subito l'alllimo in pace: benché no111 gli riuscisse c1'i :figurarsi chiaro e ,preciso il viso di Ettore, s3(peva che era il suo ritratto ; uno spacco che egli aveva di nascita nel labbro e nel mento, si· ripeteva tale e quale nel :figiliolo. Poi, era suo, e basta; certe cose si sootono; ahnooo a lui poteva voler bene in pace. Se lo piglie– rebbe co111 sé: rimarrebbero lor•o due ,soli, babbo e :figliolo. Era Ullla graJU consolazione. Al ca,noel1o, Tito vide ile :finestre del salotto di Felice illumilllate; fermò il cavaJllo, e lasciiamdo lì il barr,occio, salì tra i campri, si 111a– soose dietro a un oespuglio di allol'o. Era ormai notte fatta. La voce dli Felice, aspra, tirannica, fischiava, lacerando le parole ar– re111dev,01li che arrisohiava l'Angiolina. - O Samto Iddio, che oolpa 111e posso aver io ? - Se tu fossi una donna come le altre, vuol dire che s·arei tor- 111ato ,a casa, avrei messo i denari nel cassettone e sino a doma,ni non li avrei toccati. Ma CO!l1 te, che non ti occupi mai di nulla, non guardi mai a nuUa .... - Hai gua:ridato alle Stanze ? - Sì, ho guardato. - Al caffè di Beppe ? - Ma se ti di00 che ho rifatto passo per passo la strada, e mi son fermato dappertutto. Cinquemila lire! Ma chi ile trova, vuoi che sia ta111togrullo da riportarmele pari pari ? - E dopo, dove sei stato ? - Sono allldato a veder se tiravo a un beccacci1J10sull'Elsa. - L'avevi allora, la giacchetta ? - Non lo so. Ma mi p,a,re di sì perché, quando ho visto che non trovavo nulila, mi son messo a dorm ire a U111'ombrae mi pare di averla messa sotto il capo. Poi so.no entrato in casa di Gosto. - Dalla Luisa ? Ti oostera111nocare a te un giorno, le don1J1e. - Ma non era U!Jl biasimo ; era una co1J1statazi01I1e : la voce era tra111- quilla, rassegnata. - Sta' zitta, ho altro per il c:;t,po. - Ma che avresti idea di fare·, ora? - Mah ! Ohi lo sa ? Il Cecchini me l'ha già detto che non hai più u111 soldo da darmi. - E allora? - Allora, doma111ia mezzogiorno la caimbiale va in p,r~testo. - E poi? . - Poi mi fanno gli atti, piglieranno tutto loro; vendOIIlo pa– ga1110 chi ha da avere, -e quel che rimallle ~e ne va tra a-vvoc~ti e carta bollata. BibliotecaGino Bianco

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