Pègaso - anno II - n. 1 - gennaio 1930
\ 1 Cinquemila lire 81 Allora, come se avesse intravisto un nuovo orizzonte, si calmò e si lasciò guadagnare da oo.a sonno1enza, un a,ssopimento grave di vino. Era caldo, .sul mezzo dlel giomo. Ogni tanto un'auto:n1-0biile1o soffocava nel polverone acre. Il soQe era oooonte oome d'agosto, ma non oosi micidiale; come se avesse una risvolta di fresco. Di tempo in tempo Tito alzava la testa, si dava una guardata intorno per riconoscere dov'era; spesso si trovava seguìto o preceduto da un altro barroocio: la strada era una oorrente lenta, torba, oon– tinua, un filNile giallo che lo trascinava in giù colll ta(Ilte altre oose. che non finiva mai d'a111dare, di casa in casa, da campo a campo, da paese a paese .... Si svegliò hene soltanto verso il tramonto. Stava per entrare in Colle. Gli ma,rtelllava il capo: gli pareva d'esser tutto capo. Si fermò a un'osteria che oonosoeva per esserci stato ool padrone, un giorno ohe er,ano andati insieme a Ullla fiera. Una ragazza belloc– cia venne al tavolino, e Tito si fece portare un caffè. Quella gli chiese del .suo padrone; Tito si rammentò che Felice quella volta s'er,a messo a scherzare e a ridere con lei. Avirebbe voluto dire a quella ragazza belloccia: Guardami bene; · gliela leverò io la ruzza! Chissà quante llle aveva rovinate qua e là per il mondo! Ladro, ladro lui! Ma la sconterebbe per tutte, ora! Pagò, rimontò sul barroocio. L'aria era diventata calma; bruscamente, faceva fresoo. Dal :fiume, che la straid'a costeggiava a tratti, distaccandosene alle curve per rientrare nei ·campi, e alle diritture riavvicinandosi alle :fiileparallele dei pioppi, saliva un fresco umido, piacevole a la– ,sciarsooe :penetrare, ma che pareva periooloso. Le ombre esili dei pioppi, nell'ultimo sole che calava a fiore dei poggi di Querceto, si allungavano alil'inverosirnile. Prima di sparire, il sole diventò rosso scarlatto, ullla palla di fooo che si dentellò del profilo del crinale sino a non esser più che un arco, un pUIIltodi fuoelo che in un momento non c'era più. La strada era sempre più piama, più diritta, più biamca e solitaria. Non c'eramo più curve; in fondo i poggi si restringevano a chiud'ere la va.ne : ila strada doveva sfo– ciare, al ,di là. Tito si compativa, ora; si vedeva soffrire. La Fosca! Come aveva potuto, la Fosca ? La Fosca che nel suo mondo non aveva cono– sciuto altro che lavoro, mai una s,oddisfazione, che non dava a conoscere ,di voler mai nulla, e 111011 si la-mentava di nulla, che non aveva vizi, non aveva voglie .... Ma Tito ilo sapeva, nel suo intimo, di che naturale fosse la Fosca : perché fingeva di non intendere ? Lo capiva anche troppo bene: l'aveva nel sangue: er-a per quello che l'aveva voluta sposare; era una donna na,ta per quello. Aveva sentito dire che era :figliola d'un signore: che aveva nelle vene BibliotecaGino Bianco
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