Pègaso - anno II - n. 1 - gennaio 1930
80 I I un boccon di pane quando non sapeva quel che valesse. Si era/4o approfitta,t,i dii UIIl giovane inesperto. Se la pigiliava persililo tol paidre, pover'uomo : l'aveva avvezzato da signorino, e ,poi noni gli aveva lasciato abbastanza da mruntenersi.. Gli avesse dato ~n (lle– stiere, l'avesse tenuto a bottega con le buo1I1ee c-oinle cattiv~, le cose nolil :Sarebbero andate così. Di quam.to egli aveva fatto soffrire suo padre a non volersi piegare, n on si ra mmootava. « IntM1to pago la cambiale e col ricavato del vililo, sino a Marw son tram.qrui11lo. Poi si starà a vedere)). Ma già sotto gli ulivi appariva la Fosca e giacchette con sé non ne aveva. Era sera ormai, una :Sera livida tra i pioppi scarniti lungo l'Elsa. Nei campi spogli del piruno fornicavamo i cumuli del concio pronti a andar sotto ai coltri. Monte l\fag,gio ,s 'allontana.va di là alai campi; era già buio. Di qua, sui poggiarelli magri, q uaJlche querceto rossastro, 'qualche castagneto spoglio, attorto, finivruno di confondersi con la ma,ssa ondulrunte dei poggi. F3iceva freddo. Il cavallo tirava sul morso: am.dava a, vuoto e conosc,eva di avvicinarsi ana stalla. Tito iITTvece, non aveva voglia d 'arriva.re . Bisogmava decidersi, e più si decideva e più si ric redeva. Le sue ri,soluzioni eran C()IIl1e quei discorsi dei mercamti alle fiere che chi li fa come chi li ascolta sa,nno che non contrun nulla. Egli sapeva che iin fondo al suo animo, qualche cosa che nolil aveva nioote da vedere con la sua volontà, avrebbe dedso per lui. E forse sapeva di già come, •eper questo non aveva furia d'arrivare. Aveva aiutato a imbottare il vino, e gli era toccato qualche bic– chiere ; poi gli aveva,n da,to da. mangiare e da bere, in cucina. Dopo, si era sentito forte. Si fregava Ile mmni minacciando, tra sé. Ma che avrebbe fatto, che avrebbe fatto ? Picchiare lui e lei, metterli i,nsieme, svergognarli ? Era poco! Sbattergli le cmquemÙa lire ilil faccia! Le cinquemila lire .... Nel calore di quell'eccitamento, attaccò il cavallo, e si buttò a diacere sul barroccio. Non fumava che di rado, qualche spunta– tura neJlla pipa; passand!o dall'appa,lto corqp,rò un ,sigaro; e si mise a respirare il fumo a grrundi bocca.te all'unisolilo dei suoi ,propositi i quali dipanandosi lu1I1go la strada pr endevano un ritmo meno c-oin– citato, più piruno. Le c inquffillila lire ! Come se eon lo stimolo del fumo avesse trova.to la scusante, la ragione cbe 1]0giustificava, potè allora am– mettere chiara.mente come se parlasse a voce alta, che non le avrebbe rese. Rendergli le ,cinquemila lire sarebbe stato fargli un bene, un bene grosso; chissà quaJi sacrifizi eram. costate a Felice. Tito ,non era uomo da amma,zzare nessuno; però, grazie a Dio, i morti giacciono, ma i vivi al mondo ci stanno per patire. BibliotecaGino Bianco
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