Pègaso - anno I - n. 12 - dicembre 1929

Per la coscienza storica della musica italiana 707 Vittoria, l'illlglese Purcell e il be}ga Grétry (quest'ulltimo con una edizione di qua!l'amtacinque volumi!) « ridono nelle carte)) appre– state con somma cura dalla massima casa editrice tedesca. Da qual– che decennio in Fìrancia è in Inghiilterra gli studi storici musicali hanno avuto UIIl notevole incremento e i risultati sono tangibiJli, fra l'altro, 111ella !IIlÌrabile col1lezione dei « Maitres de la Renais,sa,nce française )) e 1I1ell'attività dei dipwrtimenti musical,i delle case edi– trici intitolate da,llleuniver,sità di OxfordJ e di Cambridge. E l'Italia ? L'Italia, che per due secoli, nel Cinquecento e 1I1el Seicento, ha avuto il primato europeo della musica e ancora nel Settecento •l'ha conteso vittoriosamoote proponendosi come maestra di stile e di originalità nello stesso campo deilla musica st!l'umen– tale, per tacer d'altri, col genio di Antonio Vivaldi, - l'Italia, ri– peto, non ha anoora ripubblicato le opere dei suoi musicisti, senza le quali 1110n ,si può scrivere la storia dell'arte europea. li]_ mag– giore editore italiaITToha tentato, modestamente, qualcosa, ma non ha perseverato. Qui si parla soltanto di pubblicazioni integrali, fomite con tutte le garanzie dell'indagine .scientifica : le sparse e fr3JIDmem.tarieedizioni a scopo pratico non possono avere impor– tanza, o ben rirstretta, per il gram:de risultato che occorre conse– guire. Di una vasta opera in tra.presa da Luigi Torchi, «L'Arte mu– sicaJle in Italia)), soltanto sette volumi videro la luce dei trenta che costituiv3Jllo il disegmo origilllario; riconosciutane 1'1nfelice esecu– zione era necessario proseguire rimediando, non arrestarsi dub– biosi. Da tempo sono stati annunziati le « Istituzioni e Monumenti dell'arte musicale italiana)): possa questa nuova collezione segnare la rilllascita del culto degli italiani per la mirabile storia deilla loro musica. Ma bisogna persuadersi che i tentativi isolati, per qua1I1to degllli di lode, saranno ,sempre relativamente sterili se continuerà a mancare UIIl disegno generale di attuazione e di educ,aziolllestorica. Recentemente, rper l'iniziativa individ'!}ale d'un musicista di tendenza modernissima, il Malipiero, colto e ru:noroso vaJlorizzatore dèlle nostre musiche pire-ottocentesche, è stata iruziata, ed ora sta per essere compiuta, la riedizione delle opere di Claudio Monte– verdi. La bontà dell'impresa non ha bisogno di essere dimostrata; è l'arte di un grandi 1 ssimo musicista che ritorna fra noi, accessi– bile in una trascrizione modem•a fornita da un artista illltelligente e operoso. Ma se si pensa alla llodevolissima tenacia dell'editore, si rimpiarnge ch'egli, per ovvie ragioni di semplificazione e per pro– cedere più rapido nel }avoro che la sua coscienza gli proponeva come ur.gentissimo, si sia ristretto a scegliere per la lezione di cia– scuna opera monteverdiana quella, attinta fra le molte edizioni del tempo, che gli sem1brasse offrire i più 1J1umero,si elementi di corret– tezza e di compiutezza. Se le condiziollli culturali fossero state mi– gliori e pili maturo il sooso storico, si sarebbe potuto continua.r(' BibliotecaGino Bianco

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