Pègaso - anno I - n. 12 - dicembre 1929
Il Cristo corrucciato 661 ma poteva essere oento volte '))eggio. Soin qui oome uno che sia riu– scito a trarsi in ,salv-osopra UillO scoglio. Non si può pretendere di salvarsi da Uillillaufragio approdando nel paradiso terrestre. Mi guardò, s'accorse che rnon cwpivo e s'·adirò, come se quel noill capire dipendesse dalla mia '))Ocaintelligenza. - Ma sì ! - disse alzamdo la voce. - Fui accusato di colpe gravi, rimosso dal mio ufficio, mandato a far penitenza illl Ulllc-01I1- vento, poi manda~o a Crùda illl Valmarga, come economo spirituale. Nemmeno il nome di parroco m'halilillo la:sciato. Eppure, sì, poteva essere peggio. Peggio, peggio, perché la prima idea che mi voollle quandti i miei superiori accolsero oome vangelo l'atroce calunnia .... - Ah, calUillnia, dunque .... - .... l'atroce calunnia, e chiusero gli occhi per non vedere che questa era la faccia di um.uomo soo~a -0olpa; la prima idea che mi venne fu un'idea bestiale di ribellione, di fuga. E come no ? La fede, che è quella che. sostiene Ullluomo, la stessa f.ede, in quel momento, era, morta ÌIIl me. Fui lì lì per gettar,e m.el primo rigag1I101oque– st'abito che mi ,sentivo indosso come un peso odioso e ingiusto. La sera del priJID,ogiorno che p•assai quassù, il proposito d'andarmene diventò una furia da noill poter rn~mmeno attellldere la mattina. Sp®si il lume, presi il bastoille e uscii. Era buio da rnon vederci alla distamza di un passo; tuttavia riuscii a trovare il ponticello : quelle quattro travi che hai viste, senza sbar:re, tese sull'abisso. Per passare, in quell'oscurità, malpratico c,om'ero, dovetti sdraiarmi boc,c,oni e strisciarnni c,ome ullla biscia. Subito dopo il ponte, co– mincia il sentiero; ma prima di s•cellldere, fa giri e rigiri fra quei grossi macigni che avrai belll visti. ... Cioè .... tu non sei salito a Croda dal Se1I1tiero,mi hai detto .... Ma, appunto, da che parte sei venuto? - Da Sassalbo, dalla Val Ga1I1na. - Nessuno è mai vellluto a Or-oda dalla Val Ganna. Non si può .... · E mi fissò c,on uno stupore in cui si mescolava una specie di spavento. - Nessuno, nE>,mmooo il diavolo. È una serie dii creste insupe– rabili, un'ulllica muraglia enorme che fa tremare ,solo a guar– darla .... - Mi mositrera,i domani, - soggiunse: - e potrai vedere com'è la spo1I1dadi là. Da quesfa parte il moillte va su diritto a poca di– stanza ,dal fiume; ma dall'altra parte c'è più respiro, e sar,ebbe una beUa pianura se da Sassalbo 1I1on fossero r,otolati giù tanti macigni, · grossi alcullli c,ome case, tra i qua.Ii però si può CÌDc~lare, salvo laggiù ver,so lo sboc00, dove diventano una catasta gigantesca e solo Uillsentierilllo ci passa, d!ifficile ·a trovare perfino di giorno, chi n,001 sia pratico. Io, in qUel buio, 1I1on ·seppi. Mi sembrò più di una ' ' BibliotecaGino Bianco
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