Pègaso - anno I - n. 12 - dicembre 1929
660 F. Chiesa ~1o,sae scelidere tutta la 111ottelungo il fiume, pur d'uscire dalla vaga angoscia da cui mi sentivo oppr~s•so. . . L'amico stese sulla tavola un po' d1 tovaglia. - Dovrai oonten– tarti del poco che ho, - disse. E cenammo :unsilenzio,: una tazza di latte, quattro fette di ,carne· secca, prune e formaggio. - Mi rin– cresce, disse, - di non poterti offrire un bicchiere di vino. Non tengo vino. E mi piaceva, te ne ricor 1 di? Ma quassù si può vivere solo a patto di dimenticare quel che può piacere altrove. Quelle parole, dette in tono quasi di ram.core, mi fecero tuttavia l'effetto d'una liberazione. Ah, si poteva parlare, dunque. E gli chiesi, come se proprio in quell'istante c'incontrassimo: - Ma1per– ché sei quassù ? Chi t'ha mandato? Com'è possibile che tu viva tra cotesta gente ? · E l'a,mico cominciò :-1 raccontare. Di tanto in tanto la sua v,oce sorda acquistava rir:onanza e rilievo, e gli occhi sembravano rioo– noscermi ed io rfoonosoevo in essi lo ·sguardo d'una v•olta. Diceva diceva, poi zitto come se la vogli·a di parlar,e avesse dovuto oodere a un ,subito pentimento. Lo sollecitavo; ed egli riprendeva, eccitam.– dosi, aic,com:pag1nandosi con gesti, diff.ondendlosi quak,he volta in parti colari, d ella cui prolissità s'accorgeva ad un tratto e, :unfasti– dito, balza.va d'un salto a,lla fine, salvo tornare indietro. - Appena ricevuti gli ordini sacri, - di,sse, - fui mamdato come ooadiutore a Pieve delle Terre, gr•ossa borgata (non so se ci sei mai stato) in posizione ridente, sul pendio d'una collina, tra i più bei vigneti del mondo. Non avrei potuto desiderare di meglio : so~ti:t uivo il v,ecchio parroco nelle oose più gravi, mi spassavo di tam.to in tanto oon la mia tavolozza. Poi il parroco 'lllorì e fui eletto a.I suo posto; po.sto che non desideravo, che accettai facendo forza a: me ·stesso. Temevo di non s-a,pere, di non potere : ma no, tutto s'avviò come se camminasse da sé. Le settimam.e, i mesi scorrevano i:::enmintoppo, trunto che qualche volta mi domandavo : è dunque una -0osa trunto a buon mercato la vita'? un'operazi-o1I1eoosì facile, reggere una vasta parrocchia? ... E spesso, alla :fim.e di quelle gior– nate serene, mi sentivo 111ientesereno io, niente convinto. Pensavo : ti sembra che tutto vada bene, perché sei dur,o d'orecchio e debole di vista. Oppure pensavo: il bel teil,lpo, caro mio, è la vigilia del tempo b rutto. A domani, giovinotto .... E supplicavo il Signore che faoes.se comparire qualche nuvola già oggi e inon me le riservasse tutte conoentrate in quello spaventoso domani. Le mie preghiere non furono accolte. Sereno perfetto fino ad U1I1 determinato giorno: poi, di colpo, la tempesta. Ora la tempesta è finita; ma sereno come p:rima no1I1 torina più. E tacque come se già avesse detto troppo .. Ma poi soggiunse, oon una voce ed un volto che 1maJ oorrispoodevano a.ne parole : - Del mio stato presente non mi lagno però. Sono qu i, fu ori del mondo; BibliotecaGino Bianco
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