Pègaso - anno I - n. 12 - dicembre 1929
,, 766 Dreissig neue Erziihler des neuen Russland periodi brevi, senza costruzione, senza, immagini, tutto sensazione istan– tanea, tutto fatto, non si appiattisce per uniformità, contro ogni inse– gnam~nto che ci abbiano dato in materia stilistica. Non l'ha inventata il Renn : è lo stile del giornalismo moderno; lo incontriamo anche nei migliori capitoli di Remarque, quasi con gli stessi caratteri ; il Renn è soltanto un diavolo d'uomo che ha sempre di che sostanziarlo, e non lo tradisce mai. Se in qualche breve istante d'oblio vuol torcerlo ad altro uso, vuol fa:ce l'impressione suggestiva, vuol fare la poesia, allora cade fuori d'intonazione: qu~sto non è il suo mondo. Ogni spirito ha i suoi limiti. Ma egli si raddrizza, tosto. Appunti letterari se ne potrebbero fare sul libro, moltissimi. Ma oso dirvi io che sarebbero proprio miserie su un libro di tal forza. Noi dobbiamo gratitudine a Paolo Monelli per avercelo tradotto e presen– tato con una pagina d'ammirazione schietta e generosa, da scrittore e da comqattente. Incominciata molto prima, che ci pensassero i francesi, la traduzione è integrale, stretta al testo, robusta e vivace nelle equi– valenze, fedele alle strutture fino a riprodurre qualche nesso della sin– tassi germanica che forse noi avremmo evitato. Bell'atto di fratellanza per un bel libro. E da degno fratello : ché, ove si avvicini il momento, come è certo vicino, che questo interesse per le impressioni della vita di guerra, rinato su libri tedeschi, abbia il suo naturale sviluppo tra noi nella lettura dei parecchi libri italiani di guerra che abbiamo, ottimi e a torto negletti, vedo Le scarpe al sole di Paolo Monelli, tra i primj, per merito di verità e di vivezza, in tutte le mani. SILVIO BEJNCO. Dreissig neue Erziihler des neuen Russland. - Malik-Verla,g, Berlin, 1929. (S. p.). I tedeschi hanno pubblicata un'antologia di prosa giovanile rus~a,. Il titolo annuncia: trenta nuovi narratori della nuova Russia,. Il volume è, senza dubbio, interessante per l'appetitosa varietà delle novelle, innanzi tutto. Non si potrebbe immaginare un'insalata russa più russa e più insalata di questa. Nessuna omogeneità né di contenuto né di stile. Accanto alla costruttività paziente dell'iqtellettuale raffi– nato si sente l'affannosa micrologia del barbaro: accanto alla dissi– pante nervosità la contenutezza d'un verismo manieroso e atroce. E anche le promesse del titolo paion ben presto bugiarde poiché non ritrovi né giovinezza, né rivoluzione dove più le vorresti. Alcuni di questi narratori (Juri Tynianow, per esempio, .con cui s'apre il volume) sono per l'educazione letteraria, quel che si può immaginare di più vec– chio russo : e gli altri, quelli in cui è evidente la giovane Russia, non sono quasi mai quei rivoluzionarii che ci si aspetta, poiché la loro cor– rosiva amarezza, assume volentieri atteggiamenti rivoltosi contro la stessa rivoluzione e riconduce quindi la fantasia ad un'etica e ad un'estetica prebolceviche. Unico carattere davvero comune di queste nuove prose russe è forse una, specie di gonfiezza, amara di sciroccale barocchismo. ' BibliotecaGino Bianco
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