Pègaso - anno I - n. 11 - novembre 1929

534 R. Serra - Let'tere agli ,a.mio.i iDel 11est0 ivevo avilil.t•© l'i!lill!-l)f)feSsfollile oerta, li]_Nelillai srrru eifu:~d salutanvmo ·e la sua vooo m.i ®CconitpagJ4ava neJH'omf:lra di lil)itl. ere" puseo1o già di:ffThsodi grigfo silenzios,o autunlllo. « Allora nolll to;r,ni più. )) Golll ehe soopo tornare ? Am.~he le lhoiti:zJie dlella Marna eran6 troppo p:000 rimedi0 al male e a1 dulll@~(j) ctfuie IWll. e;i: ]asci.a, ili ques,t,a niaH.,a, e_f!;i{e fa dle~[e eùiu– chiiere e si rassegna così bene a htt,o. Ma è inutile ,entrare in un discor:%), a cui ~a lettera 1non baste– rebbe. Per .oggi voglio s9lU11ntoringraziarLa. Avevo letto cose sue; con lo stesso ,a,ecento, sul Secolo e sul Marzocco: ,m_:a, le pagine Yltil!Jme,nella loro sueoessiollile di ·1lìl!Oilil1ffll.ti ver , r:ruggiullil,g10itil.O l llil • efif'etto più ,:p,r,o:follil~0. Soilll.ol:ì:eUii.ssim:e, di traitti sicuri! e di Ji)•oesi:ru (eh.e notte prima' diell'.aJ1ba; e che v,oci del mare, a intervalli), E poi le a.mo , e COlll. un'affezione tumultuosa dell'anìmo, avvezzo ora, mai a senti re soltamto dei professori che ·ci rifanno le leziollli di, ~ui non abhililJmo nessun bisogno, e Bfflledetto Oroce c:he d~ehiara: e,@l Silil!O sòniso t11ali}lq_uil10 eh.e ll]ji, oome filosofo, Slll,. eo[li)j cier~i 'ez.za cl !i.el 'es~to dii ,questa gue.rra, qualooque sia, sarà il più gram. biern,e per m progresso e per l'umanità ... , e n@[l parliamo, deg'li altri, ~n– ch,e i miglio:ri. Il suo libretto è lai sola cosa deglll.a di un uomo e di Ulil italiano, dae sia stata stampata in questi· mesi.. Ed è stao o un.a ieoilil!t,ol,a,zfoòJ.ile per me, a Cl!l.i1o scrivere e il parlaTe ri [H1.pa: , qwmn,do IID!on p,osso p·r 1 ein:dere ilia mia paPte d,el fottare e s,c~ffrrnr,e di tutti. Di ciò che ,mi riguarda direttMllente non dico 111ulla. Soltanto, m,entre. dli solito esser nomillilato, ,ancl!i.e 'con 1},odi e oon beinevofonza clii.e io llilO[l eerco, m'irrita, di ritrovarmi nel suo li :i.bn?, b I IiliO:t1 b:o s:eilil.– t:i:to sorp,resa, m'è selilil!briato quasi nat;uirale. Ho -g mwrd '111,lt,@ Mir.t e:irn- . / r~osità <\JlliegliaispeiM di mie cl!i.eson,o rimasti su]Ia èarta (,quanft,e, cose :sfuggon.o, anche ,a, quélli che ci ritraggorno meglfo ! Per eS'e:m.– pìo mi son visto calmo, in momenti di agi,t,azione intensa. Ma Lei aveva ragiom.e di vedermi così, credo, per U[l~ r•eazione del' dia1ogo, €lei ,qililaleLei esa•l!ldva il1lìlaparte, e a. me too('.;3,va l':ialit!P~~- .S.wreifuifue li:m,;uti[ie m,eLe diioossi 'elir,e J,,e s,on gr:rut0 pe,re!!iJ,é Jllil.4 v1ID0[ Tuffill.le ,e ., ' ' qµestB, in, :fondo, riassume tutto. ,Ma "una parola md,a Le:i 1itia r~- oolto, hl un modo che oggi m:i commuov,e a ri,sootire: «non ho an- cora per,so la speranza. )) · N,0 : ,M.on :Jiavsoglio· perdere ! , . Seus!i la l!llittera iUfÌil. po' ,s ,eorn.dl !ls:io!lilafa. l1la Le s(eriver@ an;,e~m. iBJ Mtl:s:solirrn.i? E ii ,resto? 0 ome mi pi<aieeréhbe p,assa;re una fil~zza gfo,rnata eo:n LBt Non. e;a:piterà a Boiogn3i? _\' iRENA'il'O SErtU. BibliotecaGinoBianco

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