Pègaso - anno I - n. 10 - ottobre 1929
472 U. Ojetti discorso davvero serrato, quello, e senza equivoci, ricordava a Oppo e ai suoi colleghi capi di sindacati: « L'organizzatore sindacale non è, non deve essere una macchina distributrice di tes&ere, un pastore che raduna il gregge per i comizi domenicali, ma un uomo che compie giorno per giorno la sua opera con la coscienza viva del suo compito di educatore. » Educatore: uno cioè che ,francamente guida e consiglia, loda o critica il lavoro dei produttori iscritti nel suo Sindacato con lo scopo d'innalzare e migliorare quel lavoro. L'onorevole Oppo invece mi risponde: « .Se io dessi importanza, in sede critica, alla mia posizione di Segretario sindacale sarei uno scemo.» SP-de critica, sede sindacale. Distinguo rnajorem, distinguo minorem. Un'opinione per sedia. Può essere comodo; ma per noi pubblico, di qualunque giudizio critico dia il pittore Oppo e lo scrittore Oppo oggi è logicamente responsabile l'onorevole Oppo; e crediamo di usargli anc6ra una volta cortesia ragionando così. Come potrebbe infatti il deputato e segretario Oppo adempire ai sud– detti doveri senza giudicare « in sede critica » ? Faccio un esempio di fatto. Nel regolamE_lntodella futura Biennale veneziana è detto all'articolo 6 che « in casi di particolare importanza il Presidente dell'Esposizione può richiedere l'avviso del Segretario nazionale dei Sindacati di Belle Arti», cioè dell'onorevole Oppo. Infatti, per cominciare, l'elenco degli artisti da invitare a quell'esposizione è stato, a notizia di tutti, dal Segretario generale della Biennale discusso, nome per nome, con l'onorevole Oppo. Chi sa che cosa sia per un artista l'essere o non essere invitato alla Biennale di Venezia, può dire se esi– sta una critica più sonante e toccante di questa. Un altro esempio. La mostra d'arte italiana oggi aperta a Barcellona. parve che sulle prime dovesse essere ordinata dalla Direzione generale delle Belle Arti. L'onòrevole Oppo ha invece chiesto e ottenuto che fosse ordinata dal ,Sindacato delle Arti, e solo dal Sindacato, cioè, com'era giusto, da lui. Scegliere gli artisti e le opere per una mostra d'arte moderna è un fatto di critica o di ordinaria amministrazione ? Bisogne– rebbe domandarlo a chi non è stato invitato. Dovremo invece, secondo la nuova teoria, arrivare a leggere in un articolo di Cipriano Oppo il _biasimo ad opere scelte per quella mostra dall'onorevole Oppo? E inutile che allinei altri esempi i quali sono sulla bocca di tutti gli '– artisti, anche se non arrivano fino agli orecchi dell'Oppo. Bastano pe1· oggi questi due. Si badi: se Cipriano Oppo avesse risposto : - Si, si– gnore. Io come Segretario nazionale del Sindacato delle Arti ho il dovere, e il diritto, di giudicare tutte le mostre d'arte e i criteri con cui si fanno le mostre anche d'arte antica, perché questa può tra-, viare il pubblico e quest'altra gli artisti e questa terza gli artigiani, e il mio non è soltanto un meccanico c6mpito d'organizzatore ma è un c6mpito d'educatore, - niente vi sarebbe stato da obi~ttare, tante volte abbiamo chiesto un'unità d'indirizzo nelle cose dell'arte. Pote– vamo, se mai, discutere, come appunto abbiamo discusso, i criteri, non il diritto. · Ma l'onorevole Oppo castamente giura che in sede critica non può BibliotecaGino Bianco
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