Pègaso - anno I - n. 10 - ottobre 1929
500 C. LINATI, Ln principessa delle stelle semisvenuta dal padre, presente alla festa, è ricondotta verso la casa, paterna, a, Bertinoro, ma per via le scoppia un febbrone, che per for- · tuna dura poco; ed eccola, moglie innamoratissima separata a causa d'un brutto scherzo del marito non· meno innamorato. Da questo punto assistiamo prima alla vita solitaria, che Gemmina conduce nel castello del babbo, combattuta tra la sua fierezza, di donna frodata e l'amore per il marito; poi al viaggetto di costui e di Astrid a Urbino, ad As– sisi, dove Astrid, ch'è anche pittrice, alterna all'arte del disegno quella di tener legato a sé il giovine conte, se non innamorato, sensualmente acceso di lei. Le poche, scarse notizie che durante un autunno Gem– mina ha del marito le· giungono per una via traversa; viene così a sa– pere che è con una donna, ma non le vien detto che il marito s'è quasi per miracolo salvato da un mezzo naufragio, ed è sbarcato con Astrid di~fatta nelle isole Brioni, sempre più stanco di questa sua stanca avventura amorosa. Quivi Astrid conosce due inglesi, marito e moglie, che girano il mondo curandosi mali immaginari; l'inglese è un grande editore di riviste, e convince Astrid a, narrare per i suoi centomila, let– tori il racconto del naufragio corredandolo di disegni. Si riuniranno Asforre e Gemmina,? ,Si, ma tragicamente; in un campo di sci, dove Gemmina si trova per caso, e Astorre è venuto per farvi con amici dello sport invernale. Tragicamente, per la morte di Gemmina, che cade in un burrone mentre sfidava in gara, incognita sciatrice, l'ignaro marito. Ho detto che l'interesse del romanzo consiste specialmente negli episodi descrittivi, nelle soste della favola. Difatti, ha un bel movi– mento l'inizio del romanzo in cui Linati narra le fughe in automobile del suo protagonista e l'incontro con Astrid che l'attende sotto la « gri– gia ·coltre di sabbia», da cui si solleva ignuda per sedurlo « .... finché la sabbia crolla da ogni parte come sbaragliata e ne esce un bel braccio di dea, poi il lineamento di un seno diritto, materno, poi un bellis– simo torso d'efebo .... »; è ricca e -varia d'indovinati colori e maechiette la festa in costume all'albergo cui seguono alcuni capitoli, rapidi e vivi, nei quali però ciò che ci piace di più non è tanto la pena di Gem– mina quanto i brevi ritratti del salinaro, della moglie, la descrizione delle saline, di Be,rtinoro, della chiesetta di Polenta, écc. ; è in ess!Ì. che Lina.ti ritrova quella sua virtù d'interprete della naturà, di inna– morato de' paesaggi, e di scrittore sobrio e sicuro. Lo stesso si dica delle impressioni di Urbino e di Assisi; dell'album di Astrid, e di quei suoi amori con Astorre, intensi e mibilosi, come della sagace arguzia con cui son descritti i due inglesi ; e verso la fine del romanzo, la salita di Gemmina e di Rosa al santuario della Madonna della Neve, il campo di sci, l'alberghetto montano. Credo insomma che l'attenzione del Lina.ti vada ancora a, incidere meglio, con più sicurezza e prontezza visiva ed espressiva, nelle parti, per così dire, esterne, in quelle di pausa descrittiva, che in quelle cosiddette psicologiche. Ne è prova la figura di Gemmina, che ha, q·ual– cosa d'oscillante e d'incerto; la cui vicenda intima, non' s'ingrana nei suoi div~rsi momenti in un discorso interiormente consecutivò, ed è colta di preferenza ne' suoi stati di sosta, episodici. Tuttavia le azioni BibliotecaGino Bianco
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