Pègaso - anno I - n. 10 - ottobre 1929
C. LINATr, La principessa delle stelle 499 lisciviata a buono tra gl'infiniti dissapori dell'esistenza; e quando prende la penna in mano le paturne gli sono già passate e le parole possono accompagnare con gioia quasi fanciullesca l'umorismo di situa- zioni anche increscevoli, ma oramai risolte per il meglio. · I Racconti del mio orto sono ventisette chiacchierate sul più e sul meno di questa perla di narratore e di ragionatore infigurata nel tipo d'un vecchio computista che sta dietro a crescere un orto che sul più bello gli so:ffian viaj dopo tante pene che ci s'è preso, tante discus– sioni che ci ha dovuto sostenere. L'orto è lo sfondo c<;>stantedi questi· quadri, ma non esorbita. E anche quando un poco esorbitasse, l'ortola– neria di questo scrittore è delle più festose e lustreggianti, con una ric– chezza di forme e con uno smalto di colore da disgradarne Ruoppolo e Crivelli. \ ANTONIOBALDINI. CARLOLINATI, La principessa delle. stelle, romanzo. -: «Corbaccio>>, Milano, 1929.· L. 10. In quest'ultimo romanzo di Linati spira l'aria de' suoi primi libri, quell'aria un po' acerba, ventilata, razzente come un chiaro vinello ch'è in Duccio e in talune prose di Amori erranti. C'è, sì, una favola, ma a volte appare sottesa al reale interesse del libro che mi pare consista, per dirlo subito, negli .episodi descrittivi più che in un vero contrasto drammatico. Il romanzo s'impernia in un incidente coniugale: il conte Astorre . Dal Brolo, giovine gentleman sportivo, istigato da Astrid, principessa delle stelle (perché cotesta nordica desamée abbia un appel– lativo così hollywoodiano in realtà non riusciamo a sapere, ma è cosa che in fondo non importa), sottopone la moglie duchessa Gemmina, di cui è innamoratissimo., a una prova: il classico mezzo, tutto femminile, cioè al quale le donne dànno una grandissim'a importanza, degli inna– morati. Per un po' il conte rilutta; ma le arti di Astrid, ch'è innamo– ra,ta pazza di lui, e soprattutto la gelosia di Astorre, ch'è fortissima, lo spingono al passo; e l'occasione è offerta da un ballo in costume che si svolge (è la stagione dei bagni) in un albergo di Rimini, ùo,ve Gem– mina interviene con lui, e dove trovano un amico di casa, l'aviatore Baldeschi, il quale fa un po' di corte a Gemmina che, trovandosi per la prima volta in una festa di maschere, ne è alquanto stordita e accesa. L'albergo è un po' il regno della nordica Astrid; quivi ella prepara il colpo, convince il conte a indossare una ricca veste ~i samurai, e ad avvicinarsi alla moglie per corteggiarla così travestito. Se cadrà .... La povera Gemmina, un po' perché ebbra dalle seduzioni del ballo, un po' perché investita dallo strano corteggi,atore con frasi stranamente appassionate, si fa baciare. L'atroce dubbio del conte è ora oertezza; si strappa la maschera, facendosi riconoscere dalla moglie esterrefatta, e fugge. Fugge naturalmente con Astrid, che ba preparalo tutto, va– lige e automobile' (ma l'auto è del conte) ; e via., nella notte, verso un irrno'to destino; lei la bell,a innamorata, felice d'avere il suo ma– ti!Chi; a fianco, lui tet~o e rabbioso, ma deciso a vendicarsi di quella debolezza della moglie. È facile immag1nare come resta costei; raccolta B"anco
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